CAGLIARI. "Sta solo creando allarmismo per far scendere il prezzo del pecorino romano e comprarlo a due soldi dalle cooperative in difficoltà". È durissima la replica che Nenneddu Sanna, esponente del Movimento dei pastori sardi, fa seguire alla proposta lanciata nei giorni scorsi da Paolo Pinna, responsabile marketing dell'omonima azienda di formaggi di Thiesi.
Intervistato da Chartabianca a margine del Salone internazionale dell'alimentazione di Parma, l'esponente dell'azienda leader dell'industria casearia isolana aveva individuato in 0,75 euro al litro il prezzo giusto per il latte ovino: una quotazione mediana - sosteneva Pinna - in grado di soddisfare sia gli allevatori che i trasformatori evitando dannose fluttuazioni dei prezzi. "Settantacinque centesimi non bastano neanche più a produrre un litro di latte, sarebbe il fallimento delle aziende sarde" commenta il pastore orunese, per il quale il prezzo ideale dovrebbe attestarsi almeno sui 0,95 - 1 euro/litro. "La differenza di prezzo la fa la qualità del nostro prodotto: il latte sardo non ha uguali al mondo".
Contrario alla proposta di Pinna anche il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu: "È un prezzo assolutamente insoddisfacente, bisogna mettersi nei panni di chi ogni giorno con sacrificio munge e deve far quadrare i propri conti: a soglia minima dev'essere almeno di 0,85 euro al litro". "È necessario sedersi e fare degli accordi trasparenti di filiera - aggiunge Cualbu - serve pari dignità fra chi il latte lo munge e chi lo trasforma".