CAGLIARI. Troppi voli in continuità territoriale da e per la Sardegna, sostiene l'Unione europea. Sufficienti appena per garantire la mobilità aerea dei sardi, replica la Regione. Posizioni inconciliabili, che portano a uno scontro dal quale per ora non si esce. E in ballo c'è la possibilità di spostarsi per chi vive sull'Isola. La nuova continuità territoriale, insomma. Il punto sul confronto tra Regione e Ue è stato fatto questa mattina dall'assessore ai Trasporti Carlo Careddu, convocato dalla commissione del consiglio regionale presieduto dal Pd Antonio Solinas.
Nella sue relazione Careddu ha evidenziato i termini del problema, che consistono nell’interpretazione del regolamento Ue del 2008 che disciplina la materia. La commissione europea, ha spiegato l'assessore, "è attestata su una interpretazione rigida: ritiene che lo schema della Regione sia sovra-dimensionato rispetto ai cosiddetti servizi minimi che devono essere garantiti, per quanto riguarda le tratte e le frequenze, incidendo negativamente, in questo modo, sulla tutela delle dinamiche del libero mercato". A Villa Devoto, invece, dove si fanno forti di un dossier che ha analizzato il traffico aereo, sostengono che il regime di continuità proposto sia del tutto compatibile con la normativa europea vigente. "La nostra tesi", ha aggiunto l’assessore, "condivisa dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che ci ha affiancato nel negoziato, trova riscontro anche nei dati del monitoraggio che abbiamo effettuato costantemente, dati che evidenziano con grande frequenza la presenza di percentuali elevate di riempimento degli aeromobili che determinano l’entrata di in servizio di voli aggiuntivi"
Per la Sardegna "una sorta di continuità limitata lasciata in buona parte al libero mercato significherebbe una limitazione del diritto dei sardi alla mobilità ed alla libera circolazione, oltre che una disparità di trattamento rispetto agli altri cittadini dello Stato". Inoltre è stato chiesto che lo Stato affianchi la Sardegna in questa battaglia.
Nel successivo dibattito hanno preso la parola alcuni consiglieri regionali che, sia pure con sottolineature diverse, hanno espresso grande preoccupazione per l’evoluzione di un problema strategico e vitale per la comunità regionale.
Antonello Peru, di Forza Italia, ha parlato di una “situazione raccapricciante che limita gravemente la libertà dei sardi e i loro diritti fondamentali ed è in evidente contrasto con la politiche di coesione della stessa Ue”. Valerio Meloni, del Pd, ha auspicato una “azione incisiva che vada oltre l’assessorato regionale, coinvolgendo il Parlamento nazionale, dato che è in gioco il principio della parità di condizioni fra i cittadini”.
La strategia della Sardegna per una vera continuità, secondo Eugenio Lai di Art.1-Mdp, deve essere supportata da tutte le forze politiche e dalle istituzioni con un impegno unitario che deve evitare accordi al ribasso”. Sempre per il Pd Raimondo Caciotto ha auspicato la convocazione del Consiglio regionale sul tema ricordando inoltre che, secondo una recente indagine dell’Eurispes, “si va consolidando sempre più la percezione della Sardegna come una Regione troppo cara, percezione senz’altro diffusa fra i sardi che devono spostarsi ma anche fra quanti la devono raggiungere”. Alessandro Collu, anch’egli del Pd, ha condiviso la necessità di una battaglia per sardi raccomandando però “che sia davvero credibile e fondata sui contenuti”, mentre Gian Filippo Sechi ha lamentato che i viaggiatori sardi, in periodi dell’anno particolarmente critici per varie ragioni, “sono costretti ad affrontare un ulteriore aumento dei costi”.
Nelle conclusioni il presidente della commissione Antonio Solinas ha manifestato la necessità di azioni forti della Regione e non solo, che devono far sentire la voce dei sardi presso le istituzione europee. Sono anche dell’avviso, ha sostenuto, che una vera continuità non possa riguardare solo i sardi, se davvero crediamo nel turismo come fattore di sviluppo della Sardegna.