CAGLIARI. Erano in libertà in attesa del processo di appello, dopo aver già scontato un lungo periodo in carcere con l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti. Ma per cinque cittadini siriani, arrestati nell’ottobre del 2015 nel porto di Cagliari a bordo della nave cargo Jupiter (che trasportava oltre 20 tonnellate di hashish), battente bandiera delle Isole Cook, sono di nuovo scattate le porte del carcere di Uta dopo l’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Corte d’appello cagliaritana, eseguita dagli uomini della Guardia di Finanza.
align="center" src="https://video.mainstreaming.tv/embed/OpT53GY?autoPlay=true&skinId=279075&html5Player=true" frameborder="0" allowfullscreen>Il provvedimento deriva dalla possibilità del pericolo di fuga dei cinque, già condannati in primo grado con pene che variano dai dodici ai sette anni e otto mesi di reclusione. Tre di loro sono stati rintracciati in un albergo del centro di Cagliari, mentre gli altri due sono stati trovati a Ventimiglia, verosimilmente prossimi a varcare il confine con la Francia. La Jupiter venne intercettata nel Canale di Sardegna con tre pattugliatori dei gruppi navali di Messina e Cagliari, prima di essere abbordata e scortata nel porto del capoluogo, dove rimase ancorata per 18 giorni in attesa della conclusione delle perquisizioni. All’interno i militari del gruppo antidroga della Finanza trovarono 821 pacchi contenenti hashish, nascosti in due intercapedini ricavate nelle zavorre di prua, del peso di oltre 20 tonnellate e del valore di circa 200 milioni di euro.