CAGLIARI. Non avrebbero segnalato agli enti preposti il superamento dei livelli di sostanze inquinanti presenti nell’atmosfera, "ricollegabili anche alla Fluorsid". Non solo: avrebbero ritardato o non effettuato i controlli prescritti in alcuni terreni vicini allo stabilimento di Macchiareddu. Aree interessate da accertamenti disposti dalla magistratura. Sono queste le contestazioni mosse dalla Procura a tre dirigenti Arpas (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) del Dipartimento di Cagliari nell’ambito della maxi inchiesta su Fluorsid per associazione a delinquere, inquinamento e disastro ambientale.
Nel registro degli indagati del pm Marco Cocco sono stati iscritti i nomi di Davide Zaccheddu, responsabile del settore bonifiche e siti contaminati, Rosina Anedda, responsabile della linea delle attività di monitoraggio, e il direttore del Dipartimento Massimo Secci. Rifiuto e omissione di atti d’ufficio è il reato che gli viene contestato dal magistrato titolare del fascicolo sulla fabbrica asseminese di proprietà del patron del Cagliari calcio Tommaso Giulini (che non è coinvolto nell’inchiesta).
A far partire le indagini erano stati alcuni pastori di Assemini preoccupati per la presenza di una polvere bianca (stando alle contestazioni, emessa dalla Fluorsid) che andava a depositarsi dappertutto, impregnando suolo e falde acquifere. In particolare, un allevatore aveva segnalato la crescita smisurata dei denti delle sue pecore, che si nutrivano principalmente di erba della zona attorno allo stabilimento in cui viene lavorata la fluorite. Così era stata avviata l'inchiesta condotta dagli uomini del reparto investigativo del Corpo Forestale.
Proprio l’Agenzia regionale per l’ambiente era stata incaricata di effettuare i controlli sull’eventuale presenza di emissioni inquinanti. Ma il lavoro dell’Arpas era stato criticato dai consulenti tecnici nominati dalla Procura. I tre nuovi indagati vanno ad aggiungersi altri otto inquisiti nell'ambito del processo: il direttore dello stabilimento Michele Lavanga, il proprietario della ditta esterna Ineco Armando Bollani, il responsabile sicurezza e ambiente Sandro Cossu, il responsabile del cantiere di Terrasili Alessio Farci, l’operaio Marcello Pitzalis, Simone Nonnis della Ineco, il funzionario Giancarlo Lecis, il dipendente Fluorsid Fabrizio Caschili e Antonio Piscedda, proprietario di un terreno che sarebbe stato usato come discarica.