OLBIA. Non ci sono i medici, chiude il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale di Tempio: stop a tutti i ricoveri, sono garantiti in un "presidio di emergenza" i parti non differibili e le massime urgenze. Ma solo grazie agli sforzi di medici in arrivo da Sassari, Olbia e Nuoro. Succede in Sardegna, nel 2018: un ospedale dove non si può partorire perché non basta il personale. A comunicare l'incredibile situazione è una nota dell'Assl di Olbia, dalla quale dipende anche la sanità tempiese. La decisione è stata presa, non certo a cuor leggero, perché "non vi sono le condizioni per garantire gli standard di sicurezza irrinunciabili, come ad esempio la guardia attiva di tutti gli operatori". Da questa mattina dei sette medici (compreso il primario) in servizio nel reparto di Ostetricia e Ginecologia del “Paolo Dettori”, quattro medici risultano assenti da servizio (due dei quali assenti da 6/8 settimane, uno assente da oggi per un mese, e un quarto medico assente da oggi per motivi personali.
"La Ats-Assl di Olbia", prosegue la comunicazione, "da giorni sta lavorando alla risoluzione di una criticità che si protrae ormai da tempo: negli scorsi giorni, attingendo dalla graduatoria della Aou di Cagliari, ha proceduto ad inviare i telegrammi per l’assunzione di alcuni professionisti a tempo determinato". Ma la procedura è ancora in corso. Intanto, stop ai ricoveri. "In questo scenario la Assl di Olbia, di concerto con la direzione dell’Ats, ha informato della situazione l’assessore regionale alla Sanità oltre che il sindaco della città nonchè il presidente della Conferenza dei sindaci".
Furioso il primo cittadini tempiese Andrea Biancareddu: “Non accettiamo di essere presi in giro in questo modo. Un reparto non può chiudere perché mancano legittimamente delle persone”. La comunità di Tempio non ci sta' a perdere un importantissimo presidio dell'Ospedale. Il Sindaco ricorda come la situazione sia stata già denunciata tre anni fa ed ulteriormente sottolineata con fiaccolate, manifestazioni ed esposti. “Siamo pronti ad una nuova mobilitazione”, ha concluso Biancareddu, “In questa circostanza c'è qualcosa che non torna e vogliamo vederci chiaro. Questi ci sembrano pretesti maldestramente architettati. Questa volta siamo disposti anche ad occupare il reparto”