CAGLIARI. Questa mattina, nel secondo giorno di primavera astronomica, i centri montani del cuore della Sardegna si sono risvegliati coperti da un suggestivo manto nevoso che nel corso delle prossime ore lascerà spazio a un ritorno delle schiarite e a un aumento delle temperature. Si sta comunque spegnendo il colpo di coda invernale tipico dei mesi di marzo.
Ss 389 Mamoiada-Arzana (foto di Andrea Lovico). Sotto, Fonni e Ollolai dalle meteo webcam
A proposito di freddo, che fine ha fatto il “Burian bis”? Una settimana fa non si parlava d'altro e la notizia, ripresa ed enfatizzata ulteriormente, rimbalzava viralmente sui più importanti media di informazione nazionale: l’Italia, secondo un noto portale di “meteorologia”, avrebbe accolto la primavera astronomica con un’ondata di gelo storica come non se ne vedevano da almeno 60 anni (già si parlava di statistiche), simile a quella di fine febbraio. La realtà dei fatti però è ben diversa da quella prospettata e dati alla mano possiamo fin da subito confermare quanto anticipato in questa sede mercoledì 14 marzo. Il Burian bis, che ricordiamo non esiste essendo un vento caratteristico delle steppe asiatiche (sarebbe come parlare di Ghibli in Italia), è una grossa bufala meteo che purtroppo ha calamitato l’attenzione del povero lettore, magari profano in materia, allontanandolo da quella che è la vera, corretta e reale informazione scientifica che solo un meteorologo professionista, ben consapevole del sistema caotico che studia, può fornire.
In entrambe le situazioni abbiamo avuto masse d’aria d’estrazione artica scivolate dapprima sulla Russia, quindi parzialmente continentalizzate e sfreddate ulteriormente nei bassi strati, e poi mosse in maniera retrograda verso l’Europa centro occidentale e mediterranea grazie ad un particolare assetto sinottico. Nel primo caso però, e qui si passa ai dati misurati in entrambe le colate fredde nel momento di massima intensità, le temperature sul centro Europa erano estremamente più basse di quelle attuali come si evince dalla chiara differenza cromatica. A fine febbraio il nocciolo gelido si spinse fino al centro Europa e al nord Italia con temperature a 1500 metri fino a -25°C. Ora il nucleo gelido è ben ancorato sui settori orientali del nord Europa mentre sul centro Europa le temperature a 1500 metri scendono fino a -10°C. Anche sulla nostra isola le differenze sono nette: nel primo caso arrivarono isoterme fino a -9°C a 1500 metri con nevicate che riuscirono ad imbiancare copiosamente tutte le aree costiere nord orientali mentre ora alla stessa quota ci aggiriamo attorno ai -2°C/-3°C, valori si inferiori alle medie del periodo ma che, come insegna la climatologia isolana, rientrano assolutamente nella normalità dei colpi di coda invernali marzolini con neve che imbianca, come ampiamente anticipato, esclusivamente le zone interne e montuose oltre i 700 metri.