CAGLIARI. A Cagliari si rischiano grossi ritardi nei funerali a causa dei tempi troppo lunghi per le procedure di accertamento di morte. Questo è l'allarme lanciato da Federcofit, la federazione del comparto funerario italiano, che ha scritto una lettera indirizzata ai vertici della Asl di Cagliari.
“Dobbiamo constatare che le attuali condizioni operative rischiano di compromettere che l’accertamento di morte segua la tempistica prevista”, si legge nella lettera, “procedura che potrebbe protrarsi a causa sia della carenza di medici incaricati per tale funzione, sia per le distanze che caratterizzano il territorio della ASL di Cagliari”. La missiva a firma del segretario nazionale di Federcofit, Piero Chiappano, e del presidente regionale della federazione, Ernesto Leonori, è stata inviata al direttore generale della ASL di Cagliari Marcello Tidore, al direttore sanitario Roberto Massazza e alla responsabile del servizio di medicina legale e necroscopica Milena Mocco, oltre che per conoscenza al presidente del Consiglio Regionale Piero Comandini, estensore e firmatario della legislazione funebre sarda, e all’Assessorato regionale alla Sanità.
Nella lettera, Federcofit esprime “grande apprezzamento per gli sforzi che i medici, attualmente incaricati per le necroscopie, mettono in atto per rispondere positivamente alle tante sollecitazioni degli operatori delle imprese funebri e per supplire con il loro impegno alle carenze di organico presenti”, ma invita contemporaneamente la ASL di Cagliari ad una “riflessione atta ad individuare modalità e procedure più adeguate nella direzione risolutiva al fine di superare interventi emergenziali”.
Per risolvere la questione, Federcofit chiede quindi che si dia piena attuazione a quanto già previsto dalla Legge Regionale n. 32/2018 sulle norme in materia funebre e cimiteriale, che prevede che anche i medici in servizio presso cliniche private, hospice e residenze sanitarie assistenziali (RSA) possano effettuare, sotto il controllo dei direttori sanitari delle rispettive strutture e dopo un periodo di sperimentazione, la constatazione di morte e la compilazione e sottoscrizione del certificato necroscopico. “Come si può ben comprendere”, conclude la lettera di Federcofit, “l’applicazione di questa direttiva della Giunta Regionale porterebbe grande sollievo ai problemi evidenziati circa il puntuale intervento di certificazione di morte, a favore di un corretto e ben preparato ossequio alla persona defunta”.