CAGLIARI. Allarme siccità in Sardegna: quest’anno, rispetto al 2023, metà dell’acqua che viene invasata si perde. L'allarme arriva dal Consorzio di bonifica Sardegna che stamattina ha presentato i dati che riguardano la carenza idrica nell'Isola.
La dotazione della risorsa è circa la metà rispetto all'anno precedente.
Stando ai dati emersi di questa mattina durante la riunione l’acqua nel bacino del Flumendosa è calata di circa il 45%, da 500, infatti, si è passati a 320 milioni di metri cubi. L’appello del presidente del consorzio Efisio Perra, rivolto ai coltivatori, è quello di usare l’acqua con attenzione, viste le quantità a disposizione sempre più ridotte.
Secondo il presidente Perra sarebbero, oltre le poche piogge, proprio le ormai obsolete reti idriche la causa principale dell’emergenza siccità nell’isola.
Da Quartu ad altre zone della Sardegna, come spiega Perra, sono già in atto molti lavori di manutenzione alle reti idriche per cercare di risolvere il problema della dispersione dell’acqua.
La stagione irrigua ormai è alle porte, ma la ridotta disponibilità della risorsa idrica impone un impegno comune per attenuare le difficoltà che il mondo agricolo sta affrontando. Carenza di acqua e perdite nelle reti insieme rappresentano un vulnus di sistema di distribuzione dell’acqua sia per il potabile sia per l’irriguo.
Efisio Perra, presidente del Cbsm. "La mancanza delle piogge sta condizionando le attività del Consorzio. Con un taglio dell’assegnazione delle risorse agli agricoltori, nella Sardegna Meridionale si garantisce la copertura solo al 70 % delle superfici storiche irrigate. Mentre nella zona del Cixerri siamo partiti con solo il 50 % di assegnazione di dotazione idrica. Ma c’è anche l’impianto di Uta Nord, realizzato negli anni Ottanta, in funzione da poco tempo e in fase di collaudo. Ora siamo in attesa di vedere la sua funzionalità".
Sono anni ormai che le piogge scarseggiano e la carenza di acqua non può garantire l’irrigazione di tutte le superfici. Si passerà infatti da 20 mila ettari irrigati nel 2023 ai 15 mila di quest’anno. La necessità da una parte è certamente quella di far partire la stagione, ma dall’altra è anche quella di utilizzare l’acqua con parsimonia.
L’appello. "Agricoltori e allevatori devono risparmiare l’acqua. Deve esserci un utilizzo sostenibile e razionale da parte delle imprese. Alla Regione e alla nuova Giunta, invece, l’invito è quello di investire risorse per l’accumulo dell’acqua e per recuperare le acque reflue, ma anche di rifinanziare il piano di bonifica e miglioramento fondiario così da consentire la sostituzione di reti obsolete e garantire anche da parte nostra risparmio idrico".
Quattro passaggi fondamentali. Recuperare le acque cercando di risparmiarle attraverso la manutenzione straordinaria delle reti. Recuperare le acque reflue, una risorsa costante in quanto l’utilizzo potabile è sempre garantito. Migliorare e accelerare l’interconnessione dei bacini così da dare maggiori risposte al territorio. Infine, progettare nuovi invasi di accumulo per dare risposte a livello locale.
"I cambiamenti climatici, gli scenari che stiamo vivendo, rendono sempre più necessaria la risorsa idrica per l’agricoltura. Anche le colture che venivano utilizzare in asciutto oggi senza un apporto idrico non raggiungono il significato economico per mantenere vive le colture". Ma l’acqua ha anche un grande valore sociale: "Mantenere nei territori coloro che lavorano nel mondo dell’agricoltura e dell’allevamento, mantenendo così vive le comunità rurali. Per cui investire nell’irrigazione e nell’utilizzo dell’acqua per l’agricoltura è una delle di quelle attività che vanno considerate strategiche".
- Daniele Chirico
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