CAGLIARI. Ad inizio mese, in occasione degli approfondimenti del meteo weekend, si è parlato di un repentino e brusco riscaldamento che stava interessando la stratosfera polare innalzando le temperature anche di 60°C in poche ore. Il fenomeno, le cui origini sono ancora oggi oggetto di studio, è chiamato stratwarming ed in passato è stato responsabile delle più intense ondate di gelo e neve che hanno interessato la penisola italiana e la Sardegna. Su tutte si ricorda quella del gennaio 1985.
Affinchè lo stratwarming possa avere effetti tangibili anche nei bassi strati atmosferici è però fondamentale che si trasferisca verso la troposfera polare, riscaldandola nei bassi strati in modo tale da destabilizzare inizialmente e poi mandare in “frantumi” il vortice polare che in condizioni normali opera in quelle latitudini costantemente durante il semestre freddo. I frammenti del vortice polare, chiamati lobi, si trovano quindi costretti a scivolare verso le medie e le basse latitudini americane ed euroasiatiche e a muoversi spesso in moto retrogrado, ossia verso ovest (in direzione opposta al normale fluire delle correnti) in direzione dell’Europa centrale, i Balcani, l’Italia ed occasionalmente fino alla penisola iberica e le coste settentrionali dell’Africa.
Tornando ad oggi, parte di questo complesso ingranaggio, nel corso di queste due settimane, si è completata. Il vortice polare ha subito lo scossone termico dall’alto e nei prossimi giorni verrà sostituito da un’anomala figura di alta pressione che si distenderà ed occuperà le latitudini polari dislocando un blocco di aria molto fredda sulla Russia che da giovedì inizierà inizierà a muoversi verso ovest.
In questa sede cercheremo di capire, in base alle ultime uscite modellistiche dei due principali centri di calcolo previsionale mondiale (l’europeo ECMWF e l’americano GFS), quale traiettoria prenderà il nucleo gelido e quali sono le possibilità che la Sardegna venga coinvolta.
Per avere una prima idea, visto che nei prossimi giorni seguiranno ulteriori aggiornamenti, useremo i modelli ensemble, in gergo spaghetti, prodotti da GFS ed ECMWF. Si tratta in sostanza di una serie di elaborazioni, 20 per GFS e 50 per ECMWF, prodotte a partire dai dati meteo del momento provenienti dalle stazioni di rilevamento sparse in giro per il mondo con l’introduzione volontaria di “perturbazioni” o “errori” in modo tale da valutarne il grado di incertezza ed affidabilità previsionale.
Iniziamo con l’europeo ECMWF prendendo come punti di riferimento Zurigo, Milano e Cagliari.
Tutti i 50 spaghi che riportano la temperatura a 1500 metri sulla verticale di Zurigo virano dal 25 febbraio drasticamente verso il basso su valori attorno ai -15°C. Qui l’ondata di gelo, secondo il modello europeo, è data quasi per certa. Il modello dovrà ora stabilirne l’effettiva entità visto che alcuni spaghetti oscillano attorno ai -10°C ed altri attorno ai -20°C.
Tutti i 50 spaghi che riportano la temperatura a 1500 metri sulla verticale di Milano virano dal 25 febbraio drasticamente verso il basso su valori attorno ai -10°C. Anche sul nord Italia l’ondata di gelo, secondo il modello europeo, è data quasi per certa. Il modello dovrà ora stabilirne l’effettiva entità visto che alcuni spaghetti oscillano attorno ai -6°C ed altri attorno ai -17°C.
Arriva il turno di Cagliari. Come si evince dal grafico, i 50 spaghi dopo il 25 febbraio virano su direzioni estremamente differenti, tutte percorribili che si discostano tra di loro quasi di 30°C e che indicano ancora un elevato grado di incertezza previsionale, assolutamente maggiore dei casi sopra analizzati. Lo scenario più caldo è proiettato sulle soglie dei 15°C mentre il più freddo vede temperature a 1500 metri crollare fino a -12°C. Il modello europeo vede comunque una predominanza degli spaghi freddi tra il 25 febbraio ed il primo marzo con una media di -3,5°C a 1500 metri.
Passiamo ora all’americano GFS e ripercorriamo lo stesso ragionamento. Quasi tutti i 20 spaghi che riportano la temperatura a 1500 metri sulla verticale di Zurigo virano dal 24 febbraio drasticamente verso il basso su valori attorno ai -15°C. Sul centro Europa, secondo il modello americano, l’ondata di gelo è data quasi per certa. Il modello dovrà ora stabilirne l’effettiva entità visto che alcuni spaghetti oscillano attorno ai -12°C ed altri attorno ai -20°C.
Quasi tutti i 20 spaghi che riportano la temperatura a 1500 metri sulla verticale di Milano virano dal 24 febbraio drasticamente verso il basso su valori attorno ai -12°C. Anche qui, secondo il modello americano, l’ondata di gelo è data quasi per certa. Il modello dovrà ora stabilirne l’effettiva entità visto che alcuni spaghetti oscillano attorno ai -8°C ed altri attorno ai -16°C.
Secondo il modello americano dal 25 le temperature a 1500 metri saliranno. Il modello contempla solo 5 spaghetti notevolmente freddi.
Stando ai due modelli analizzati l’ondata di gelo e neve, di cui sentiremo sicuramente parlare nei prossimi giorni, ha elevate probabilità di estendersi fino all’Europa centrale abbracciando con isoterme estremamente inferiori alle medie anche le isole britanniche, la Francia e l’Italia settentrionale. Il modello europeo vede una minore influenza del flusso atlantico sulle basse latitudini ed una propagazione del gelo anche sul Mediterraneo con coinvolgimento della Sardegna. Per il modello americano discorso diverso, con 15 scenari su 20 proiettati verso una maggior disturbo del flusso mite atlantico.
Ci troviamo di fronte ad un fenomeno raro ed estremamente intenso che potrebbe abbattere, laddove colpirà con decisione, record meteo. La Sardegna al momento è sul limbo: prevvarrà la visione di ECMWF o GFS? I prossimi due giorni saranno fondamentali per risolvere l’enigma con la consapevolezza che fino ad ora, durante la stagione invernale, il modello europeo si è rivelato più performante di quello americano sulla previsione fino a 7/8 giorni. Staremo a vedere.