CAGLIARI. "Codici rossi, braccialetti elettronici, provvedimenti e pene severissime: quante volte noi donne siamo invitate a denunciare violenze e molestie allo Stato che dovrebbe proteggerci? Eppure ci sono molte persone che sminuiscono, insinuano, non credono alle nostre parole, quando denunciamo veramente". La denuncia arriva dalle consigliere comunali di Cagliari Francesca Mulas e Giulia Andreozzi (Possibile) e Camilla Soru (Pd) dopo la pubblicazione di un post sui social di Antonio Pitea, ex questore di Cagliari e Sassari che ha scritto:
"Attenti a questo Improvviso incremento delle denunce per molestie sessuali. Alcune hanno il sapore della vendetta e del ricatto!".
Le consigliere attaccano: "Leggiamo oggi in un post sui social. Potrebbe essere il pensiero di un qualunque cittadino, visto il clima che stiamo vivendo, e invece è uno dei rappresentanti di quello stesso Stato: è Antonio Pitea, ex questore di Cagliari e Sassari.
Non possiamo davvero credere che chi è stato a capo di una delle istituzioni che in prima linea dovrebbero creare protezione attorno alle donne vittime di violenza possa usare frasi insinuanti screditando di fatto chi trova il coraggio di denunciare. Coraggio che sempre più spesso manca, proprio per la paura del giudizio da parte delle stesse forze dell’ordine, così come testimoniato da tante nostre sorelle che hanno raccontato di essersi sentite giudicate, di aver subito una seconda violenza da parte degli inquirenti quando si sentivano chiedere com'erano vestite, perché erano in giro sole a quell'ora. Ragazze che hanno scelto di stare in silenzio proprio per paura di non essere credute. C'è tanto lavoro da fare nella nostra società per contrastare violenza e abusi, ma il primo passo deve essere sradicare simili convinzioni e atteggiamenti da parte di chi lavora nelle istituzioni. Perché se le vittime di violenza non hanno fiducia in chi dovrebbe proteggerle, tutto il lavoro è fatto invano".