CAGLIARI. Trentasei chili di cocaina purissima sequestrati e scambi di droga intercettati per oltre 200 chili. Due le associazioni di trafficanti, una nel Nuorese e l'altra a Cagliari - capeggiate rispettivamente dal proprietario di un'azienda agricola e da un cagliaritano residente a San Michele e già noto alle forze dell'ordine - che usavano corrieri insospettabili, operai, disoccupati per i traffici di panetti di cocaina. Tra loro c'era anche un impiegato di un ente pubblico. Quarantuno gli indagati. È il bilancio della maxi operazione della Squadra Mobile di Cagliari che ha portato oggi all'arresto di 27 persone (di cui ventitré in carcere).
Dalle intercettazioni sono state scoperte due distinte associazioni che avevano come centri da un lato Silanus (15 gli indagati) e dall'altro Capoterra (14 indagati). Il primo gruppo, oltre a rifornire il secondo, agiva in diversi paesi del Marghine e acquistava la droga dalla Penisola. La cocaina veniva distribuita ad una capillare rete di spaccio, che si sviluppava tra Sassari, Burgos, San Basilio, Elmas. A Cagliari e Capoterra avrebbe operato l’altra organizzazione, che era in grado di smistare, a sua volta, i panetti di cocaina, da un chilo l’uno, ad altri trafficanti che rifornivano una ramificata rete di spaccio nella città metropolitana. Tale organizzazione, oltre a rifornirsi da quella di Silanus, avrebbe acquistato stupefacente anche attraverso un proprio “canale” della Penisola.
L’indagine si è rivelata particolarmente complessa perché si è svolta prevalentemente con servizi di pedinamento, osservazione e videosorveglianza in contesti rurali, nelle campagne e ovili dove gli indagati nascondevano i panetti di cocaina o dai quali partiva la distribuzione dello stupefacente. Gli indagati, inoltre, comunicavano soprattutto attraverso applicazioni di messaggistica istantanea o con telefoni con esclusiva connessione dati ed erano soliti “bonificare” ambienti e autovetture alla ricerca di microspie.
La droga veniva occultata in campagna, nei cespugli, fra gli arbusti o nei muretti a secco e da qui partiva per essere consegnata in luoghi sempre diversi in tutta la Sardegna. I corrieri si muovevano con auto di grossa cilindrata che, quasi maniacalmente, venivano sottoposte a continue manutenzioni per garantirne sempre la massima efficienza e il “pronto impiego”. Le auto erano dotate di nascondigli per la droga, appositamente ricavati nella carrozzeria e azionabili con meccanismi telecomandati. Ai corrieri era riconosciuto dalle organizzazioni anche un rimborso per il carburante, calcolato a km.
L'attività investigativa è partita due anni fa, da una rapina avvenuta a Capoterra, che era stata organizzata da un corriere “infedele”, soffocato dai debiti di gioco e di droga. Il corriere, dopo aver recapitato il prezioso carico aveva mandato sul luogo della consegna un suo complice. Questi, con la minaccia di una pistola, aveva costretto uno degli indagati a farsi consegnare il panetto di cocaina di 1,5 Kg appena ricevuto. Il rapinatore, poi, si era dato alla fuga con un’auto.
Le ripetute percosse e minacce di morte che alcuni degli indagati gli avrebbero fatto per recuperare la cocaina avrebbero portato il custode a rivolgersi alla Squadra Mobile e a raccontare l’accaduto. Il custode sarebbe stato minacciato sia dai trafficanti del gruppo di Capoterra, che lo avrebbero incaricato della custodia, sia da quelli di Silanus che gli avrebbero venduto la droga.
Il gruppo radicato in provincia di Cagliari, composto da 14 persone (10 tratte in arresto) tutte con specifici incarichi o mansioni, era quello che movimentava i maggiori quantitativi di cocaina. Proprio per questo e per le elevate disponibilità di denaro e di droga, i trafficanti sarebbero stati oggetto di una rapina, avvenuta il 24 maggio 2021 a Cagliari, in via Barracca Manna. La rapina sarebbe stata organizzata da tre pregiudicati di Cagliari che avevano agito nel momento dello scambio droga/denaro, all’interno di un appartamento. Dalla reazione dei due trafficanti, arrestati oggi, che stavano gestendo la consegna, sarebbe scaturita una sparatoria e una violenta colluttazione, durante la quale uno di questi veniva ferito alla gamba da un colpo di pistola e l’altro al viso. I rapinatori sarebbero scappati con una parte del bottino (un chilo di cocaina e circa 30 mila euro) mentre un altro chilo di cocaina e altri 30 mila euro, lasciati nell’appartamento, venivano sequestrati dalla Squadra Mobile intervenuta sul posto.