CAGLIARI. Dalle proteste dei pastori del 2019 per rivendicare un prezzo del latte dignitoso vicino a un euro al litro agli ultimi dati che vedono il prezzo pagato agli allevatori vicino ai due euro. A dare i numeri è il Centro studi agricoli che ha analizzato la situazione del prezzo del latte di pecora e delle produzioni dei formaggi pecorini in Sardegna.
"In questi giorni - affermano - arrivano i primi dati della chiusura dei bilanci del sistema delle cooperative riferiti alle produzioni dello scorso anno, cooperative come Oschiri chiude bilanci 2022 pagando al produttore 2,03 euro al litro, la cooperativa Nulvi paga 1,94 così come la Cao la maggiore cooperativa della Sardegna con oltre 30 milioni di litri lavorati annui, a 1,85 litro. Si attendono le chiusure delle cooperative di Ittiri, Lacesa, Pattada, Agriesport, ma tutte di sicuro avranno una chiusura che oscillerà tra 1,70/1,90 litro di latte".
Inoltre "i primi dati raccolti evidenziano che quest’anno in Sardegna ci sarà un leggero calo delle produzioni di latte ovino, si ipotizza un calo del 10-12% attestandosi sui 224 milioni di litri di latte, rispetto al 2022, mentre i prezzi alti del formaggio pecorino romano Dop hanno indotto tutti i caseifici a orientarsi principalmente sulle produzioni del Pecorino Romano Dop che nelle proiezioni ha un incremento del 7% rispetto alla stagione scorsa 2022".
Secondo il Centro Studi Agricoli l'aumento del prezzo è dovuto "alla grande sensibilizzazione del consumatore e della filiera dovuto all'importantissima protesta dei pastori sardi nel 2019, alla pubblicità attuata in questi anni da parte del Consorzio del pecorino romano e all’azione fondamentale del sistema del credito e delle banche che hanno permesso con il pegno rotativo di garantire liquidità alla filiera, in particolare al sistema cooperativo".