CAGLIARI. "La politica sanitaria del territorio contempla l’addio al medico in ambulanza? Lo si dica chiaramente ai cittadini e se ne assuma la responsabilità". Lo chiede il consigliere regionale dei Riformatori Annalisa Mele.
“Si apprende nelle ultime ore che è stata firmata la bozza di accordo tra l’assessorato della Sanità e le organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale, emergenza sanitaria territoriale, da cui emerge la scelta di prevedere una retribuzione per l’extra orario pari a 60€ lordi per i medici del 118, che devono andare a coprire i turni scoperti per carenza degli stessi, rispetto ad un compenso per l’extra orario di 40€ netti per gli infermieri.
Una decisione evidente anche da apposita delibera Areus datata 28/02/2023. Purtroppo, nonostante l’importanza che un simile accordo evidentemente ricopre per i medici del 118, si evince altresì che la firma sia giunta dall’assessore e, soprattutto, da sindacati (Fimmg e Snab) che non hanno quasi nessun iscritto del 118", accusa.
“Ciò che si prevede è una retribuzione netta per le prestazioni fornite extra orario dai medici del 118 inferiore rispetto a quella stabilita per il personale infermieristico.
Chiaramente, una decisione non accolta favorevolmente dalla componente medica e che ha registrato anche le rimostranze da parte dei sindacati presenti, costretti a sentirsi dire come risposta da parte della dirigenza dell’Assessorato: prendere o lasciare”. Prosegue il consigliere dei Riformatori.
“In tutto ciò, ritengo preoccupante la mancanza di sensibilità nei confronti dei medici del 118 da parte dell’assessorato.
Nel contesto del sistema di emergenza 118 appare evidente come l’intenzione sia quella di sostituire i medici con gli infermieri, magari fornendo a questi ultimi protocolli per sostituirsi alla figura medica e non invece attivarsi, come ci si aspetterebbe, per gratificarli, valorizzarli e per avviare corsi di medicina dell’emergenza territoriale (Met) per arruolare altri professionisti che aspirano a questo mestiere. Tra l’altro, considerando che l’infermiere non può fare diagnosi e sarebbe, pertanto, sempre costretto a portare tutti i pazienti in pronto soccorso, contribuendo al suo intasamento; a meno che non si voglia, in maniera del tutto illecita, dare a loro anche questa competenza.
Tutti i cittadini, e soprattutto quelli dei territori lontani dagli ospedali e dove manca un’adeguata offerta sanitaria, devono sapere che si sta depotenziando un servizio che è l’unico che ha sempre funzionato e funziona in questo momento nei territori: che lo si dica chiaramente e ci si assuma la responsabilità politica di questa decisione”, continua.
“In tutto ciò i medici del 118 si dicono pronti a fare sentire le loro ragioni tanto attraverso manifestazioni, quanto attraverso la sospensione di tutte le ore aggiuntive: un’evenienza che causerebbe forti difficoltà e disagi di fronte alla già evidente e preoccupante carenza di personale”.
- Redazione
- News