CAGLIARI. Non sono mancate le polemiche durante la discussione, nella commissione Cultura del Consiglio regionale, sul parere riguardante lo stanziamento dei fondi per le celebrazioni de sa Die de sa Sardigna la ricorrenza che il 28 aprile di ogni anno dal 1993 celebra la cacciata dei piemontesi dalla Sardegna.
Alla fine il via libera è arrivato a maggioranza, con due voti contrari e un astenuto, dopo l’audizione del direttore generale dell’assessorato della Pubblica istruzione, Renato Serra, che ha illustrato il programma. Per il trentennale dell’istituzione della ricorrenza, la Giunta regionale ha previsto di erogare 500mila euro ai Comuni di Cagliari (260mila), Bono (5mila), Sassari (45mila), Oristano (80mila), Nuoro (80mila) e Barumini (30mila), che hanno programmato una serie di eventi che inizieranno il 28 aprile e termineranno il 30.
Critici i consiglieri di minoranza, Desirè Manca (M5S), Massimo Zedda (Progressisti) ed Eugenio Lai (Alleanza Europa Verde – Sinistra – Possibile – Art.1) sulla divisione delle risorse che non coinvolgono tutti i territori dell’Isola. Posizione condivisa anche da Franco Stara (Udc Sardegna al centro), che ha annunciato il voto di astensione, e da Franco Mula e Domenico Gallus (Psd’Az), che, pur votando a favore, hanno auspicato un confronto con l’assessore per dare pari dignità a tutti i territori.
L’opposizione ha anche sottolineato di non comprendere la scelta delle iniziative inserite nella tre giorni di festeggiamenti che avrebbero poco a che vedere con la ricorrenza storica del 28 aprile del 1794. In particolare, scorrendo l'elenco degli appuntamenti in programma alcuni riguardano avvenimenti storici di gran lunga precedenti: a Cagliari al castello San Michele ci sarà l'evento "Risveglio di un borgo medievale: rievocazione storica del periodo giudicale", a Oristano la rievocazione storica su Eleonora d'Arborea, al villaggio nuragico di Barumini la "rievocazione storica sulla civiltà dei sardi nuragici: investitura guerriero ed elezione del capo tribù".