SASSARI. Era il 14 febbraio 2008 quando, armato di pistola, entrò in un bar del suo paese e colpì gravemente due avventori che, nonostante le ferite riportate, riuscirono a sottrarsi alla sua rabbia. Da quel momento, Quirico Carta 47enne di Buddusò già conosciuto alle cronache per un altro omicidio commesso nel 1993 e per il quale aveva scontato una lunga pena si era dato definitivamente alla macchia, senza dare più notizie di sé.
A nulla erano valsi gli inviti a costituirsi perché Quirico Carta, subito colpito da un’ordinanza di custodia in carcere, sembrava svanito nel nulla. Nel 2012 era arrivata anche la condanna per il duplice tentato omicidio ed il porto dell’arma clandestina: 16 anni di reclusione da scontare.
Nel corso degli anni i carabinieri di Ozieri erano riusciti a raccogliere qualche indizio. Carta era stato individuato in Corsica, nella zona di un piccolissimo paese di campagna nella parte sud-occidentale dell’isola. Lì aveva iniziato una nuova vita con una compagna, una donna francese che non aveva mai sospettato nulla sulla vera identità dell’uomo che a lei aveva detto di chiamarsi “Antonio” e di essere originario di Nuoro.
Una nuova esistenza tranquilla tra le campagne corse quella di Carta interrotta nel pomeriggio del 30 gennaio 2018 da un malore improvviso che aveva stroncato la vita dell’uomo. Nel 2021 grazie alla collaborazione tra la Procura di Sassari e la polizia corsa, una perquisizione a casa della ex compagna del ricercato aveva fatto scoprire dei documenti italiani falsi (una tessera sanitaria ed una carta d’identità spariti dal Comune di Fonni nell’aprile 2009) e sotto terra un’urna contenente le ceneri del defunto “Antonio”, alias Quirico Carta. Il resto è stato fatto dagli specialisti del Ris di Cagliari che hanno incrociato il Dna ancora presente nelle ceneri con quello dei parenti del ricercato e con le tracce rinvenute in un ovile a Pattada dove Carta aveva soggiornato nel 2010 prima di sparire.