CAGLIARI. Sono stati accolti in alloggi comunali e nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) gestiti dalla Prefettura i quindici migranti con regolare permesso di soggiorno che da ieri sono rimasti senza un'abitazione dopo l'incendio che ha devastato lo stabile di via Riva di Ponente in cui vivevano. Nei dettagli, in dodici hanno trascorso la notte in strutture del Comune di Cagliari mentre altri tre regolari richiedenti protezione internazionale sono stati ospitati nei Cas.
Nell'immobile andato a fuoco c'erano anche altri quindici stranieri non in regola con il permesso di soggiorno. Dodici di loro dovranno lasciare l'Italia entro una settimana mentre altri tre irregolari sono stati accompagnati al Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) per essere trasferiti nel Paese d'origine.
Intanto la Regione, proprietaria dello stabile davanti al porto, una volta ultimato il lavoro dei Vigili del fuoco procederà con la chiusura definitiva della struttura "murando gli ingressi interni e sigillando il cancello esterno - dice l'assessore agli Enti locali, Aldo Salaris - in maniera tale da scongiurare il rischio di nuova occupazione, anche in considerazioni delle condizioni dello stabile stesso, quindi dello stato di pericolo della struttura".
Il servizio del 9 marzo, giorno dell'incendio
La tragedia sfiorata nella notte di mercoledì ha riportato alla luce il tema dei senzatetto e quello dei tanti immobili abbandonati presenti nel capoluogo sardo. Argomenti che oggi vengono sottolineati dal consigliere comunale Marcello Polastri in una lettera inviata al prefetto Giuseppe De Matteis: "Purtroppo questa situazione non è isolata. Basti pensare che un drappello di disperati sopravvive in un rudere di viale Buoncammino in condizioni igienico-sanitarie drammatiche. In città vivono altre persone che vanno aiutate umanamente, e ancor prima identificate come prevede la legge". Nella lettera al prefetto, Polastri elenca una serie di strutture abbandonate e occupate abusivamente: "In viale La Playa, l'ex stallaggio Meloni in viale Trieste, l'ex scuola Alagon a San Michele, l'ex Batteria sul colle Sant'Ignazio, l'ex cantiere Italcementi in via Falzarego, la grotta del Fico nella zona del Palazzo delle Scienze, la 'casaccia in viale Buon Cammino".