ASSEMINI. La Lilliu trasporti non ha aderito alla manifestazione indetta dai camionisti contro il caro carburanti. E stanotte una motrice dell'azienda con sede a Macchiareddu è stata incendiata nel piazzale dell'Eurospin di via Gobetti ad Assemini. Unendo gli elementi, il fuoco di stanotte ha tutto il sapore di una intimidazione contro il titolare, Massimo Lilliu. E su questa ipotesi stanno lavorando gli inquirenti: si fa strada l'ipotesi che il mezzo sia stato dato alle fiamme come ritorsione rispetto alla decisione di continuare a viaggiare perché, come scritto dal proprietario ai sui autisti, "un datore di lavoro deve prendere decisioni che per lui sono il bene dei suoi dipendenti". Duecento in tutto.
C'è anche un inquietante precedente: nei giorni scorsi ha circolato un video nel quale un uomo incappucciato esplodeva alcuni colpi di pistola davanti alla sede della Lilliu Trasporti. Su questo episodio indaga la polizia, anche se da alcune fonti inquirenti è trapelato - senza alcuna conferma - che le immagini risalirebbero a gennaio.
In questo scenario nero si inserisce la posizione di Coldiretti, che appoggia le ragioni della protesta dei camionisti (che sta ormai rientrando) ma chiede che vengano isolati i violenti.
"Ribadiamo piena solidarietà e sostegno a questa battaglia", spiegano il presidente Battista Cualbu e il direttore Luca Saba, "che occorre distinguere nettamente (e chi non lo fa è in malafede e mira al fallimento dell’obiettivo della protesta) dagli estremismi e le strumentalizzazioni degli infiltrati che niente c’entrano con la protesta ma che hanno fini eversivi e metodi illegittimi con la sola conseguenza di creare divisioni, macchiare e gettare ombre negative su lavoratori come gli autotrasportatori che ci mettono la faccia e soldi e rischiano anche il proprio lavoro e capitale per gridare il proprio disagio e rivendicare giustizia e condizioni che gli consentano di continuare a lavorare".