In Sardegna

Lavoro e fuga dei giovani dall'Isola, la Cgil sarda: "Per noi un primo maggio speciale"

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CAGLIARI. “Per noi quello di quest’anno è un 1 maggio speciale, caratterizzato dall’impegno per dare nuovi diritti e nuova centralità al lavoro attraverso i cinque referendum su lavoro e cittadinanza per i quali si voterà l’8 e il 9 giugno”. Lo ha detto il segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante sottolineando che “si tratta di una battaglia particolarmente significativa in una regione che registra un tasso di disoccupazione dell’8,5%, superiore di due punti e mezzo rispetto al dato nazionale, e un tasso di inattività del 36,9 per cento (33,4 quello nazionale) mentre il tasso di occupazione è 57,7%, quasi sei punti percentuali sotto la media dell’insieme del Paese”.

Non a caso la giornata sarà dedicata, in tutti i territori, a iniziative di sostegno e informazione, con banchetti e volantinaggio in diversi centri dell’Isola, sui contenuti referendari. Sono cinque i quesiti sui quali si voterà: quattro sul lavoro, per ripristinare l’articolo 18, reintrodurre le causali nei contratti a tempo, abolire il limite massimo di sei mesi di risarcimento nei licenziamenti, affidare alle committenti e non a micro imprese in subappalto la responsabilità della salute e sicurezza. Il quinto quesito mira invece a ridurre da dieci a cinque anni la soglia entro la quale i tanti cittadini e cittadine che vivono in Sardegna e in Italia possono fare richiesta di cittadinanza.


Preoccupa il sindacato il sostanziale stallo in cui si trovano tante vertenze, in particolare quelle delle aree industriali, da Nord a Sud della Sardegna: “Occorre al più presto imprimere una svolta”, sottolinea Durante chiedendo con forza “un impegno fattivo della Regione e del Governo". Alla Regione il segretario della Cgil sollecita anche l’attuazione del Patto di Buggerru siglato a settembre scorso per far fronte al vergognoso fenomeno degli incidenti sul lavoro: nel 2024 in Sardegna non sono tornati a casa dal lavoro trentatre lavoratori, con una tendenza crescente che non si arresta dal 2021 ed è in controtendenza rispetto alla stabilità del dato nazionle. Inoltre, secondo l’Inail sono state 12.129 le denunce di infortunio sul lavoro, + 0,8% rispetto all’anno precedente. Non va meglio nel primo bimestre del 2025 in cui con un +0,7% si registra un ulteriore incremento delle denunce per infortunio che si attestano già a 1759. I dati elaborati dalla Regione relativi a gennaio – settembre 2024 registrano anche l’incremento delle malattie professionali, con una crescita che in Sardegna è più sensibile (+33%) rispetto alla media nazionale (+22%).  “E’ imprescindibile un impegno di tutti i soggetti che a vario titolo concorrono all’attuazione delle norme sulla salute e sicurezza ed è assolutamente indispensabile attivare tutte le azioni previste nel Patto per potenziare vigilanza e monitoraggio, formazione e sensibilizzazione sui temi della sicurezza”.

“Il contesto regionale – ha aggiunto Durante, che il 1 primo maggio sarà a Girasole, località s’Isula Manna, nell’iniziativa organizzata da Cgil e Spi Nuoro Ogliastra – è segnato da una sostanziale esclusione dei giovani e delle donne dal mercato del lavoro e da un ricorso eccessivo a forme di lavoro precario, instabile, discontinuo, sottopagato”. Non a caso il dato dei neet in Sardegna è più alto rispetto alla media italiana (17,8 per cento contro 15,2) e cresce fra le giovani donne fino a raggiungere quota 19,2 per cento (16,6 il dato nazionale).

Secondo la Cgil regionale la situazione del mercato del lavoro contribuisce in modo significativo alla fuga di tanti cittadini sardi, soprattutto delle giovani generazioni. Anche per queste ragioni il raggiungimento del quorum e la vittoria del Sì ai referendum rappresenterebbero una significativa inversione di quella tendenza che ha visto il lavoro perdere valore e tutele negli ultimi decenni.