CAGLIARI. La ratantira no, un corteo di un centinaio di ultrà napoletani tutti armati di aste e bastoni (scortati e blindati da un cordone di polizia e carabinieri) nelle principali strade della città sì. Succede a Cagliari, dove si è vissuto un lunedì senza precedenti.
Una giornata che si è conclusa all'aeroporto di Elmas, dopo gli scontri allo stadio: qui dopo le 23 gli appartenenti all'ala dura partenopea sono stati traportati a bordo di bus del Ctm, quelli che non sono stati utilizzati all'andata, per essere lasciati ad attendere un volo dell'indomani. E hanno continuato a girare per lo scalo tenendo, tutti, quei bastoni in mano. Anche mentre, a due a due, entravano nel minimarket della zona arrivi - dopo aver capito che sarebbero stati liberi di muoversi - per rifocillarsi.
Ma questo è l'epilogo. Perché la giornata di tensione prima di Cagliari-Napoli è iniziata nel pomeriggio. Radio Ultrà rossoblù era sintonizzata su tutte le frequenze che avrebbero permesso di intercettare gli avversari napoletani. Lo spareggio col Piacenza del '97, al Sa Paolo, con l'aggressione ai cagliaritani ha piantato il palo dell'odio tra le due tifoserie. E da allora il match è rovente: sul campo, sugli spalti. E fuori.
Così ecco che ieri sulle chat rimbalzavano messaggi che indicavano tutti gli spostamenti dei partenopei. Intorno alle 14 erano nella zona di viale Trento. E qui è scattato il primo blitz: scaramucce, con un gruppetto di ultrà azzurri inseguito in viale Trieste da due cagliaritani con casco e cintura spianata. Tensione risolta con una precipitosa fuga degli "ospiti".
Ma il blocco più consistente della Curva B dello stadio Maradona aveva intanto preso marciare verso via Roma. Hanno minacciato automobilisti, un rider che faceva consegne in motorino si è beccato un colpo di bastone sul casco. In piazza Matteotti potevano essere caricati sui bus del Ctm, per un arrivo allo stadio ordinato. Non succede.
Accade invece qualcosa che non ha precedenti: i cellulari di polizia e carabinieri, sotto le telecamere attente della Digos, li circondano. E inizia la sfilata. "Dove sono i nostri nemici?", "Odio Cagliari", sono i cori che riecheggiano sotto il Municipio e il consiglio regionale.
"Ma perché glielo fanno fare?", si chiede una barista che filma la scena con lo smartphone. Un interrogativo comune.
Quelli che frequentano la curva nord del Cagliari hanno una risposta, ma non la danno pubblicamente: considerano questa storia una "trappola". Nella logica ultrà, e i napoletani lo sanno, quel corteo non autorizzato per le vie della città è uno "sfregio", una dimostrazione di forza. La reazione potrebbe arrivare da un momento all'altro. Ma quello schieramento di agenti e carabinieri in assetto antisommossa è un deterrente forte. Stanno per scadere decine di Daspo. E partecipare a scontri, in campo aperto, significa stare per altri lunghi anni fuori dagli stadi.
Da qualche traversa spuntano cagliaritani con il casco in mano. Ma nel tragitto fino alla Unipol Domus non succede quasi niente. Tolti i cori e le provocazioni. E la furia degli automobilisti costretti ad attendere il passaggio scortato.
L'arrivo ai varchi è intorno alle 16. I napoletani vorrebbero stare nel piazzale. Ma vengono convinti a entrare. Il settore ospiti è sul lato del rione Sant'Elia, meglio non far crescere ulteriormente la tensione. L'ingresso? Ci sono bambini che in Distinti, o Tribuna, non possono portare dentro una bottiglietta d'acqua. I napoletani fanno ingresso con i bastoni.
Gli stessi che usano alla fine, contro gli agenti che li hanno scortati, nel piazzale interno del settore ospiti. Fuori, dopo l'1-1 al termine di un match dominato dal Cagliari, gli ultrà rossoblù cercano il contatto. Gli uomini in assetto antisommossa le danno e le prendono da due fronti: per loro è una giornata difficile, sono quelli che loro malgrado devono cercare di farla finire senza "vittime", collaterali o no.
Manganellate e bastonate. Lanci di oggetti. Gli scontri non durano molto. Intorno alle 22,30 in zona curva sud è tornata la calma. I napoletani vengono trasportati a Elmas. L'aereo non c'è. Bivaccheranno fino alla mattina. Sempre con i loro bastoni. Che nessuo gli ha tolto.
Una giornata strana. Che adesso finisce in Parlamento.
“I pastori sardi che difendevano il loro lavoro vennero presi a manganellate a Civitavecchia, gli ultrà del Napoli invece posso inscenare un corte non autorizzato nel pieno centro di Cagliari: qual è il metro con cui viene gestito l’ordine pubblico?” Così Ugo Cappellacci, deputato e coordinatore regionale di Forza Italia-Sardegna, comunica la presentazione di un’interrogazione al ministro dell’Interno. “E’ ancora viva in città la memoria della mattanza di manganellate sui manifestanti che protestavano contro lo sbarco dei rifiuti campani al porto canale: allora non ci fu tanta ‘delicatezza’… Sui media la Questura dichiara che è stato consentito ai partenopei di fare quello che volevano perché ‘così è stata evitata una guerriglia’: non solo la guerriglia poi si è verificata poche ore più tardi, ma si è corso seriamente il rischio di portarla nel pieno centro cittadino, con conseguenze imprevedibili. Questa linea ha messo in grave pericolo anche le stesse forze dell’ordine. Il corteo è ancora più intollerabile perché è avvenuto mentre tutto il mondo sopporta il peso sociale ed economico delle restrizioni dovute al COVID. In questi anni abbiamo visto controlli stingenti, runner inseguiti lungo una spiaggia, una sorveglianza precedenti che sembra valere per tutti – ha concluso Cappellacci- ma evidentemente ha visto un’eccezione per i supporters del Napoli”.
- E.F.
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