CAGLIARI. Il virus fa ancora molto male in Sardegna. E non si parla di numeri di nuovi positivi. Ma di conseguenze cliniche dei nuovi contagi. I morti registrati nell'ultima giornata sono stati sette, tutti molto anziani. Erano 2 donne di 76 e 79 anni e 1 uomo di 97 anni, residenti nella provincia di Sassari; 1 donna di 90 e 1 uomo di 91 anni, residenti nella provincia del Sud Sardegna; 1 donna di 99 anni, residente nella Città Metropolitana di Cagliari, e un residente nella provincia di Nuoro.
Ma a peggiorare il quadro arriva il numero di nuovi ingressi in terapia intensiva, riportato nel bollettino nazionale: sono quattro i pazienti le cui condizioni, nelle ultime 24 ore, hanno richiesto il ricorso alla Rianimazione.
Un numero che si trovava solo nei periodo più difficili dell'epidemia. E se le terapia intensive non si saturano è solo a causa del fatto che il numero di vittime quotidiane resta molto alto da giorni e giorni. In terapia intensiva risultano oggi ricoverati 30 malati di Covid, due in più rispetto a ieri.
Numeri pesanti, quelli degli ospedali. Che sono un riflesso di quelli che provengono dagli esiti die test. E anche qui la curva resta molto alta. Succede da quando la Regione, allineandosi a tutte le altre, ha deciso di certificare le positività anche con i test antigenici rapidi.
Oggi risultano 3209 nuovi contagi. Da quando sono cambiate le regole – il 5 febbraio – con test rapidi sono stati certificati ben 9608 contagi, circa 1920 al giorno. E l'incidenza della circolazione virale della Sardegna è schizzata alle stelle. I conti ormai sono nel caos.