CAGLIARI. In Sardegna dilaga il contagio e si registra una impennata dei contagi, in controtendenza rispetto all'Italia dove tutti gli indicatori sono in calo. Così, facendo ricorso a termini abusati durante la pandemia, si potrebbe descrivere il quadro epidemiologico dell'Isola se ci si limitasse a guardare i numeri, così come comunicati dalle fonti ufficiali.

Ma non è così.
Non è vero per le nuove positività, ma neanche per la situazione negli ospedali. Per essere più precisi: la situazione è sempre stata lineare. Sembra in peggioramento solo perché - per decisioni prese in Sardegna - sono cambiate le regole che la rappresentano. Insomma, il quadro falsato era quello di prima. E anche quello attuale non è ancora del tutto rispondente alla realtà.
I POSITIVI. Tutto è cambiato da quando l'ordinanza del presidente della Regione Christian Solinas ha stabilito la diagnosticità dei test antigenici rapidi. Il computo dei contagi anche senza la necessità di un molecolare, da sempre considerato necessario nell'Isola, è iniziato il 5 febbraio: da allora gli antigenici hanno fatto emergere ben 7426 positivi al Covid, oltre 1850 al giorno. Numeri che prima, semplicemente, non sarebbero stati comunicati al ministero della Salute. Passa in secondo piano, pare, l'alto tasso di errore di questa tipologia di test. Ma la decisione è stata necessaria perché le Asl non potevano più seguire i numeri. Insomma: questi dati c'erano anche prima, ma non comparivano.
GLI OSPEDALI. Ieri il bollettino ufficiale riportava 46 nuovi ingressi di pazienti con sintomi in area medica. Se vero, si tratterebbe di una botta pesantissima al sistema sanitario. In realtà nella "truppa" sono stati inseriti anche pazienti che, già ricoverati in altri ospedali, sono stati trasferiti in strutture Covid, come il Marino di Cagliari. Quindi: erano già positivi, erano già ricoverati. Ma il sistema non li considerava. E di pazienti fantasma ce ne sono ancora decine in tutti gli ospedali dell'Isola.
Questo spiega anche perché, a fronte di un alto numero di morti, fino a 10 al giorno, non si svuotassero le terapie intensive: semplicemente, i malati di Covid morivano per lo più fuori dai reparti Covid. E solo in quel momento venivano decretati come malati a causa del virus: dopo la morte.