CAGLIARI. Politica e sindacato in Sardegna divisi sullo smart working. Il dibattito si riaccende dopo le dichiarazioni del ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta: “Vaccini e basta far finta di lavorare”.
Un tema caro al ministro quello del rientro dei dipendenti pubblici negli uffici. Già in passato si era espresso contro il lavoro agile. Ma la Cgil sarda gli punta il dito contro.
“Le generalizzazioni del ministro Brunetta non sono adeguate al tema”, dice Nicola Cabras della Fp Cgil, “lo smart working non è uno strumento da utilizzare per stare a casa o per stare in ufficio, è importante per la nuova pubblica amministrazione, tanti dati dicono che la produttività è aumentata e non coincidono con le dichiarazioni di Brunetta, forse sarebbe il caso che il ministro incominci a discutere seriamente di questo strumento per traghettare la pubblica amministrazione nel futuro”. Opposta la posizione dell’assessore al Lavoro Alessandra Zedda che non ha mai nascosto le criticità che comporta il lavoro agile. Soprattutto se i lavoratori non hanno gli strumenti necessari a disposizione. “Occorre una rivisitazione delle strutture organizzative delle regioni e degli enti locali e quindi della funzione pubblica”, dice la Zedda, “il lavoro agile ha necessità di cardini fondamentali, come la valutazione della prestazione, che attualmente sono assenti”. Pertanto secondo l’assessora “sì” al rientro in ufficio.