CAGLIARI. Oltre dodici ore in ambulanza, attaccato alle bombole d'ossigeno, nel piazzale del Policlinico: è successo a un settantanovenne di Cagliari. Per lui, niente posto letto, l'ospedale aveva già troppi positivi.
E ancora; morti in attesa di un ricovero in un reparto Covid, in una qualunque struttura sanitaria della Sardegna. Ma i posti non c'erano da nessuna parte e loro se ne sono andati senza essere mai entrati in una terapia intensiva: è successo a quattro contagiati, che nelle ultime 72 ore venivano seguiti al pronto soccorso del San Martino di Oristano. Deceduti loro, come altrettanti malati di Covid due settimane fa, sempre a Oristano.
In Sardegna mancano posti letto da chi subisce le peggiori conseguenze del virus e si muore in attesa di ricovero. O si rischia. L'ondata di migliaia di migliaia di contagi quotidiani registrati nelle scorse settimane si sta abbattendo con violenza sulla sanità sarda. E miete vittime.
Che in Sardegna non si muoia iquasi mai n terapia intensiva emerge dai dati. Bastano quello di ieri, simili ad altri, per capirlo. Il bollettino ufficiale ha contato sette decessi. Ma in totale risultano 33 pazienti ricoverati: uno in meno rispetto al giorno precedente, con un solo nuovo ingresso. Quindi il cuore di almeno cinque pazienti contagiati ha smesso di battere altrove, non in un reparto ad alta intensità di cura. Stesse proporzioni pochi giorni fa, quando le vittime erano state addirittura dieci. Ù
E che il sistema sia in pesantissima sofferenza, oltre che dai numeri e dalle vicende di cronaca quotidiana, è dimostrato anche dalle decisioni prese dalle autorità sanitarie: a Cagliari sta per riaprire il Marino, con i suoi 38 letti. Le lenzuola non bastano: servono infermieri, medici, pulizie. Il sistema arranca. Mentre la fine della quarta ondata sembra essere vicina. Ed è l'unica speranza.