CAGLIARI. Al Brotzu ci sono circa 40 positivi. Dovrebbe essere un ospedale “Covid free”. Poco meno sono al Policlinico: anche il Duilio Casula dovrebbe tenere il virus fuori dalle sue porte.
Ma i posti, nelle altre strutture sanitarie dove viene gestito il coronavirus, non bastano. Così ecco che i pazienti restano dove si sono presentati.
Questa la situazione a Cagliari. Non dissimile da quella di Sassari e, in scala ridotta, anche in altri ospedali della Sardegna.
Tutti contagiati con necessità di ricovero che restano fantasmi per le statistiche e per i report ufficiali. Che sono già la rappresentazione di una situazione critica.
Oggi il bollettino della Regione parla di 36 nuovi ingressi in area medica in sole 24 ore, per un totale di posti letto occupati che ammonta a 376, il 23% della disponibilità. Che, ormai è certificato, è solo sulla carta: se si aggiungessero i positivi sparsi tra i vari ospedali e non “contabilizzati” si volerebbe ben oltre i 420 posti letto occupati, che in Sardegna significa zona arancione, con le restrizioni che ne conseguono.
Non va molto meglio in terapia intensiva. Sono 34 i contagiati gravi che vengono riportati nei bollettini. Due in più rispetto a ieri, da quando si sono registrati tre nuovi malati che hanno avuto bisogno di cure ad alta intensità. Il tasso di occupazione sale al 17%: il limite per la zona arancione è del 20.
Intanto si contano anche quattro morti. La più giovane vittima di oggi aveva 64 anni.

Numeri destinati a salire o a scendere? Le curve dicono che l'incidenza dei contagi ha iniziato finalmente a scendere in modo deciso: era a 603 solo tre giorni fa, ora si attesta a 537.
Ma lo stesso dato era stato registrato anche una settimana fa. La speranza è che la riduzione registrata non sia una oscillazione ma una tendenza. Continua. E verso il basso.