CAGLIARI. Ritorno a scuola dopo le vacanze di Natale nel pieno caos in Sardegna. Una linea comune al momento non c'è e i sindaci si muovono in ordine sparso. Cagliari e Quartu, salvo contrordini dell'ultimo minuto, riaprono le aule il 7, subito dopo l'Epifania. Così hanno deciso anche i sindaci di Carbonia, Iglesias e Sant'Antioco. Elmas blocca tutto fino al 10. A Desulo si va in semilockdown e si torna il 13. Ghilarza sceglie il 17. Arzachena punta sul 10. Come Villacidro, Guspini, San Gavino, Samassi, Uta e Gonnosfanadiga. Impossibile, ormai, avere la mappa delle prime campanelle nei centri della Sardegna. Ogni sindaco fa i conti con la situazione epidemiologica della sua comunità e decide. (AGGIORNAMENTO: TUTTE LE SCUOLE APRONO IL 10 GENNAIO: ORDINANZA A TARDA SERA)
E non è detto che al rientro sia tutto a posto. Perché tra gli undicimila attualmente positivi dell'Isola ci sono insegnanti, personale Ata e dirigenti scolastici, che non potranno prendere servizio e le classi resteranno scoperte. Quindi sarà impossibile fare lezione.
In questo contesto confuso la Asl di Cagliari ha comunicato che a disposizione per il sud della Sardegna ci sono 150mila tamponi antigenici che potranno essere utilizzati per uno screening tra gli studenti, su base volontaria. In teoria i test verranno effettuati nelle scuole. Ma non è certo, perché ancora non è chiaro chi debba materialmente farli. Perché servirebbe almeno un medico, se non due, per ogni istituto. E il reclutamento non è ancora iniziato. Si pensa di fare ricorso ai medici militari, ma l'accordo ancora non c'è. Non solo: i sindaci dei centri minori potranno iniziare a ritirate i tamponi da lunedì. Quando le le lezioni dovrebbero essere ripartite quasi dappertutto in presenza.