CAGLIARI. “Per noi è stato un lutto apprendere della notizia del suo licenziamento, è stato trattato come un cialtrone ma di certo non lo è”. Sono le parole di Maura Cristina Lara, moglie di un paziente oncologico, che questa mattina ha preso parte al sit-in di fronte all’Ospedale Businco di Cagliari per chiedere il reintegro del chirurgo oncologo Massimiliano Tuveri, licenziato nei giorni scorsi per inadempienza dall’Arnas Brotzu. L’allontanamento del chirurgo, spiegano i manifestanti, sta causando notevoli disagi ai malati oncologici che si ritrovano costretti a viaggiare per curarsi.
Ma a sorprendere ancora di più i pazienti è proprio la causa del licenziamento di Tuveri, ritenuto da tutti un’eccellenza del territorio. “Ho conosciuto il dottor Tuveri in quanto moglie di un paziente con una problematica al pancreas” – spiega Lara – “Inutile dire che eravamo molto spaventati, ma il dottor Tuveri ci ha rassicurato con la sua professionalità e con la sua grande umanità. Quando si è palesato il problema, il chirurgo ha consigliato un iter a mio marito e adesso siamo costretti a inseguire il dottor Tuveri perché non sappiamo dove si trovi.”
Ad aggravare la situazione, inoltre, ci sono anche i problemi strutturali dell’ospedale, uniti ai recenti lavori per il restauro di alcune sale operatorie. “Qui all’oncologico ci ha accolto dentro uno sgabuzzino, non in una stanza degno di un illuminare, ma neanche degna di un essere umano. Nonostante questo, è rimasto sempre professionale”, ha detto Maura Cristina Lara.
Intanto è arrivata a oltre 12mila firme la petizione lanciata dai pazienti per chiedere il reintegro di Tuveri all’Arnas Brotzu. Per i manifestanti il licenziamento del chirurgo sardo però è solo uno dei tanti problemi che sta attraversando il Businco. “Il professor Tuveri ha rappresentato in Sardegna un’occasione straordinaria per affrontate il gravissimo problema del pancreas. I cittadini hanno racconto oltre 11mila firme per il suo reintegro, ma il caso Tuveri è solo la punta dell’iceberg di una situazione critica per il Businco che sempre di più appare come un ospedale che viene svuotato costantemente del suo ruolo regionale di punto di riferimento per i malati oncologici”, spiega Maria Grazia Caligaris dell’associazione Socialismo Diritti e Riforme.