CAGLIARI. La Sardegna è la regione con il più basso tasso di occupazione di posti letto in area medica a causa del Covid: con 174 pazienti, la percentuale è del 10,9%. Sul fronte delle terapia intensive, con l'8,8% (18 ricoverati), meglio dell'Isola sono messe solo Basilicata (2,5% con soli due malati gravi, area medica oltre il 20) e Molise (sempre 2 pazienti, che occupano il 5% dei letti disponibili, area medica al 12).
Un quadro all'apparenza confortante, quindi, quello cristallizzato dall'ultimo aggiornamento disponibile, sulla base del report diramato iri, 3 gennaio. Bisogna però guardare all'evoluzione negli ultimi giorni. Perché a Capodanno, il primo, la situazione negli ospedali era di gran lunga migliore. Poi, in due giorni, nei reparti ordinari sono entrati 32 contagiati: 17 tra il primo e il 2 e 15 nelle 24 ore successive. Una veloce ascesa. Mentre in intensiva hanno fatto ingresso tre malati gravi al giorno, sei in tutto. Anche se la crescita totale è più bassa, a causa di decessi e grazie a dimissioni o miglioramento di condizioni che hanno permesso il trasferimento di reparto.
Cosa potrebbe significare? Che il picco dei contagi deve ancora venire, nonostante gli oltre 1.200 registrati in un solo giorno. E che la Sardegna, come sempre durante questa pandemia, vedrà gli effetti della quarta ondata sugli ospedali in ritardo rispetto alle altre regioni. Questa la risposta se si guarda il bicchiere, o l'ospedale, mezzo vuoto. Per capire se invece bisogna guardare la parte piena, sarà necessario monitorare i ricoveri dei prossimi dieci giorni.
Intanto, visto che l'Iss e la cabina di regia prendono in considerazione i numeri del martedì precedente al monitoraggio (quindi di oggi), si può dire che la Sardegna anche la prossima settimana sarà in zona bianca. Salvo che nelle ultime ore non si sia registrata una improbabile pesantissima recrudescenza dei ricoveri.