CAGLIARI. C'è il sardo e l'italiano. C'è l'indiano e il senegalese. C'è l'algerino e il marocchino. Sono in trenta e vivono sotto i portici della sede centrale del Banco di Sardegna, tra viale Diaz e viale Bonaria. Ogni giorno, alle sei del mattino, smontano la baraccopoli: cartoni, materassi, coperte, reti metalliche, frigorifero, bottiglie e scatole vengono ammassati tra le aiuole e i muri della banca, per poi riformare i precari giacigli di notte, per dormire.
Avviene da un anno, nel pieno centro di Cagliari, nell'indifferenza di chi arriva trafelato in banca per prelevare al bancomat, di chi passa sotto i portici per spostarsi tra un ufficio e un altro o solo per andare in un negozio a fare compere, come ci mostra Laura Casu nel suo servizio.