CAGLIARI. "Signor Tocco buonasera, sono Marzia Cacciabue dell'Ats di Cagliari: le comunico che lei è stato segnalato come contatto di un soggetto positivo e per questo è disposta la quarantena fiduciaria nei suoi confronti". La telefonata è arrivata ieri sera dopo le 19 sul telefono di Edoardo Tocco, designato Alter nos dal sindaco di Cagliari Paolo Truzzu. Per capire: è il rappresentante della municipalità in occasione della processione di Sant'Efisio. La seconda figura più importante nell'architettura del rito, subito sotto il martire. E quella chiamata significava: caro presidente del consiglio comunale, lei non potrà fare l'Alter nos, si chiuda in casa in attesa di tampone.
I testimoni raccontano di scene di panico a palazzo Bacaredda. Perché quando Tocco ha ricevuto la telefonata era in municipio. Smarrito e disorientato ha chiesto consiglio al sindaco lì presente. Sarebbe partita una girandola di chiamate, fino ai piani alti del sistema sanitario, per capire chi fosse questa "Cacciabue" che ha quasi fatto saltare tutti gli equilibri della processione del primo maggio. Ore di preoccupazione, per poi scoprire che la fantomatica signorina non esiste.
Alla fine è emerso che si sarebbe trattato di uno scherzo. Pesante. Come quello che era stato ordito, sempre ai danni di Tocco, in occasione della sua precedente nomina ad Alter nos nel 2007: allora sul tavolo del sindaco Emilio Floris arrivò un ricorso al Tar da parte della fantomatica loggia del Toson d'Oro (in riferimento al simbolo della devozione di Cagliari al santo), che cercava di smontare il fondamento della rappresentanza della città a causa di una presunta assenza di requisiti da parte di Tocco. Sono passati 14 anni: la loggia ha colpito di nuovo?