CAGLIARI. C'è silenzio, in piazza Sant'Efisio, mentre la statua del martire guerriero viene caricata sul cassone del mezzo dell'Esercito che la porterà a Nora. Il cielo di Cagliari è grigio, piove. A offrire un po' di colore nel piazzale della chiesa di Stampace ci pensa una consorella, che lancia sulla teca i petali colorati de sa ramadura. Nessuno parla, nemmeno tra i fedeli. Che non dovrebbero esserci, ma ci sono. Nei vicoli, raccolti. L'aria è cosi carica di silenzio che risuona il rumore delle gocce che cadono sugli ombrelli aperti.
Fino a quando si alza una voce, forte: "Protettori poderosu, De Sardigna speziali, Liberainosi de mali, Efis martiri gloriosu". Is goccius, cantati in solitaria da Fernando Pisu. Linguista, di Settimo ma originario di Burcei. La prima volta che ha assistito alla processione aveva 9 anni. Ora ne ha 72: 63 volte lì, a salutare onorare il santo. Col suo canto, nel migliore dei modi.