CAGLIARI. Negli ultimi sette giorni in Sardegna si sono registrati 162 nuovi contagi ogni centomila abitanti nell'arco dei sette giorni: è il dato d'incidenza più alto dall'inizio del 2021. Ben lontano, al momento, dal picco raggiunto il 23 novembre, quando questo indicatore aveva fatto segnare il massimo di 211, dopo una settimana di pericolosa progressione. Ma comunque un parametro in risalita, che non sembra aver subito rallentamenti a seguito dell'introduzione delle restrizioni della zona arancione, dopo tre settimane di bianca.
A guardare la curva, pare quasi che la chiusura di bar e ristoranti in vigore dal 22 marzo - con blocco della circolazione tra comuni - non abbia sortito alcun effetto di piegatura sulla circolazione virale. Oppure il detonatore della zona bianca ha generato una deflagrazione così a lungo termine che se non fosse stato per le restrizioni la situazione sarebbe anche molto peggiore. Difficilmente si avrà un verdetto certo, in merito.
Come si calcola il dato? Si sommano tutti i nuovi contagi quotidiani nell'arco di sette giorni, si divide per il numero degli abitanti del territorio considerato e poi si moltiplica per 100mila. Si ha così un'idea della presenza del virus su una ipotetica popolazione campione di 100mila abitanti.
Un dato dinamico, quello dell'incidenza, che non deve essere confuso con quello di prevalenza. Questo indica il numero di attualmente positivi: ossia il totale delle persone che, dopo essere state contagiate, non sono ancora guarite. E in questo caso la Sardegna pare essere un'anomalia: ci sono 1097 attualmente positivi ogni 100mila abitanti (grafico sotto). Stanno peggio solo altre tre regioni.
Strano, per un territorio che per almeno settimane - a febbraio - ha visto bassissimi dati di contagio, tanto da entrare in zona bianca. Sembra che in Sardegna dal Covid non si guarisca. O che i dati non siano aggiornati.