CAGLIARI. Due cause. Due tribunali, quelli di Cagliari e Milano. Milioni di euro in ballo. E due contendenti: la Eleonora Immobiliare di Massimo Cellino e il Cagliari calcio di Tommaso Giulini. La società rossoblù è passata dal primo a secondo. E proprio in virtù della cessione (il 19 giugno 2014, quando la società sportiva è passata sotto il controllo della Fluorsid Group), e di accordi che non sarebbero stati rispettati, gli avvocati di entrambe le parti hanno avuto molto da lavorare per tutto il 2017.
A pretendere denaro è stato Cellino, a opporsi al pagamento è il suo successore. Le ordinanze che impongono il pagamento sono arrivate.
Il 5 maggio il giudice cagliaritano Maria Grazia Campus ha imposto al Cagliari il pagamento di 106 mila euro. Era stata confermata l’efficacia di un decreto ingiuntivo richiesto a gennaio dalla Eleonora Immobiliare, attraverso l’avvocato Giuseppe Macciotta. In sintesi: dal 2005 la società madre riconducibile a Cellino aveva sottoscritto una serie di patti con altre società (Cagliari calcio, Edilstudio e Ec Sport Service) che prevedeva di tenerla fuori da qualunque pretesa da parte dell’Agenzia delle entrate. Insomma: per Eleonora il Fisco doveva andare a bussare dagli altri. Solo che, per tasse del 2008, Equitalia ha poi pignorato gli oltre 106 mila euro dal conto della Eleonora al Banco di Sardegna. Così è arrivata la richiesta alla società intanto passata nelle mani del nuovo presidente. Con la conseguente decisione del giudice, che ha accolto le pretese di Cellino, difeso dall’avvocato Giuseppe Macciotta. Il Cagliari ha pagato. Ma non è finita.
Perché dagli atti depositati dagli avvocati del Cagliari – Walter Marini e Alberto Porzio - in sede di opposizione al decreto ingiuntivo, emerge che tra i due contendenti si era instaurata un’altra causa. Stavolta davanti al Tribunale di Milano. I legali della società rossoblù sostenevano che il credito di 106 mila euro preteso a Cagliari da Cellino facesse già parte delle richieste di una contemporanea lite in scena nelle aule meneghine. Il giudice che a maggio ha reso esecutivo il decreto ingiuntivo non ha accolto la tesi. Ma dalla lettura delle carte emerge che i soldi in ballo a Milano erano molti di più. Le somme al centro dello scontro erano: 3,7 milioni di euro “riguardanti il debito Iva di gruppo per il 28 dicembre 2015 e riconducibile al Cagliari calcio”, 160.976 euro “a titolo di sanzioni da ravvedimento operoso, anch’esse correlate al debito Iva”, 396.073 euro “a titolo di sanzioni da ravvedimento già pagate su altre sanzioni Iva assolte in ritardo”. Totale: 4,3 milioni di euro. Le somme sono riportate nella comparsa di costituzione, firmata nel luglio scorso dall’avvocato Macciotta, nel giudizio di merito sul debito cagliaritano. Il Cagliari, stando alle carte, ha pagato oltre due milioni per un decreto ingiuntivo emesso dal giudice di Milano . Insomma: tra la società di Cellino e quella di Giulini, che fu di Cellino, non corre buon sangue ma fioccano le carte bollate. Comunque vada a finire.