CAGLIARI. Dopo tre settimane di zona bianca la Sardegna da lunedì sarà di nuovo arancione. Le restrizioni di spostamenti e chiusure sembravano solo un lontano ricordo, ma ora bisogna rispolverare le tabelle, chiuse nel cassetto, con le regole da seguire.
Bar e ristoranti saranno di nuovo costretti alla chiusura: vietate le consumazioni all'interno del locale o nelle adiacenze, consentiti solo l'asporto (fino alle 22) e la consegna a domicilio. I negozi, invece, resteranno aperti, ma i centri commerciali terranno le serrande abbassate nei weekend.
Gli spostamenti saranno consentiti solo all'interno del proprio Comune (salvo motivi di lavoro, necessità o salute): anche la visita concessa una volta al giorno ad amici o parenti - per un massimo di due persone - sarà possibile solo se la casa dove ci si sta recando è nella stessa città o paese. Unica eccezione: i comuni fino ai 5mila abitanti, dove gli spostamenti sono consentiti entro i 30 chilometri. Il coprifuoco non sarà più alle 23.30 ma alle 22.
Salta anche la riapertura di teatri e cinema, prevista per il 27 marzo: nella zona arancione restano chiusi anche i musei, le palestre e le piscine.
Dal 7 aprile scade il decreto attualmente in vigore. Se non dovessero cambiare le regole si conoscerà la fascia per la Sardegna - da quale giorno - solo venerdì 2 aprile, giorno del monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità. Si analizzeranno i parametri e si assegneranno alle regioni i colori per l settimana successiva, dopo Pasquetta.
Quel che è certo è che la Sardegna non potrà risorgere bianca. Perché per tornare alle restrizioni minime, sempre stando alle regole attualmente vigenti, bisogna mantenere per tre settimane di seguito un tasso di contagi al di sotto dei 50 su 100mila abitanti nell'arco di sette giorni e certificare il rischio basso attraverso altri indicatori. Quindi, stando così le cose, non se ne parla prima della seconda metà di aprile.