CAGLIARI. Blitz della Digos questa mattina a casa di un militante dell'area antagonista e indipendentista. La perquisizione in una casa dell'hinterland cagliaritano è stata effettuata nell'ambito delle indagini sul tricolore bruciato al bastione lo scorso 6 novembre. Il motivo dell'azione degli agenti, stando a quanto riferito dai legali del giovane, Marcella Cabras e Giulia Lai, sarebbe la ricerca di materiale informatico, audio, video o testuale riconducibile all'episodio, al quale era seguita una rivendicazione indipendentista.
I reati ipotizzati nel mandato di perquisizione comprenderebbero il vilipendio della bandiera italiana, l'incendio doloso e il danneggiamento, "anche se al momento non è chiaro se questi reati siano contestati al compagno sottoposto a perquisizione a cui va in ogni caso tutta la nostra solidarietà e il nostro appoggio", spiegano dall'associazione Libertade, legata agli avvocati. L'indagine è condotta dalla Direzione Distrettuale Antiterrorismo di Cagliari.
"Quando abbiamo visto le immagini di quella bandiera data alle fiamme e abbiamo letto il messaggio di rivendicazione, non abbiamo potuto fare a meno di leggervi una contestazione ribellistica, con una venatura di "balentia" giovanile", si legge in un comunicato dell'associaizone, Però le radici politiche del gesto sono molto più serie, a prescindere dalle reali intenzioni degli autori. La scorsa primavera è stato impedito deliberatamente che la Sardegna potesse difendersi dal ritorno dell'epidemia e ogni volontà di limitare il flusso turistico attraverso quarantena o tamponi obbligatori è stata ridicolizzata dal governo e dagli apparati dello stato italiano. A causa di ciò l'economia della Sardegna vive una crisi senza precedenti e i sardi sono costretti a subire restrizioni dei propri diritti individuali. Come possiamo non essere d'accordo che questo sia un trattamento di tipo coloniale, come scritto nella rivendicazione di quel falò notturno avvenuto lo scorso 6 novembre sulla scalinata monumentale del bastione che fu ribattezzato in onore del barone di Saint Remy, primo vicerè piemontese che governò la Sardegna esattamente 300 anni fa".