CAGLIARI. I posti letto in terapia intensiva a Sassari sono finiti. Erano 19. I pazienti vengono dirottati a Cagliari, dove c’è il punto di riferimento covid per tutta l’Isola: il Santissima Trinità. Per questo i vertici del presidio ospedaliero del capoluogo si stanno rimboccando le maniche. L’organizzazione della rete ospedaliera deve cambiare, lo impone la ripresa dei contagi da coronavirus.
“Sono 62 i posti totali, anche no Covid, nelle terapie intensive dell’Ats”, spiega il commissario straordinario dell’Ats Giorgio Steri, “52 quelli nelle aziende ospedaliere, sia Universitarie che al Brotzu. I posti covid sono 14 attivati e altri 14 attivabili ovunque”. Il problema riguarda le risorse umane. “Scarseggiano”, ammette Steri, assicurando che “nessuno verrà lasciato senza assistenza per questi motivi”.
Il numero uno dell’Ats spiega anche che “è un momento di sofferenza. Non possiamo escludere un’altra ondata, ma la preoccupazione maggiore arriva dalla differenziazione dall’influenza classica”. Qualche problema, considerata la stessa sintomatologia del Covod, potrebbe esserci. Per questo Steri invita fortemente tutti a vaccinarsi. “Va fatto, devono farlo tutte le persone che rientrano nei modelli preposti dal ministero che ha anche abbassato l’età da 65 a 60 anni, aiuta a non ammalarsi e nell’analisi differenziale”.
Il Santissima Trinità, il presidio ospedaliero cagliaritano che già ha lottato contro il virus durante la prima ondata, ha ripetuto l’organizzazione di marzo e aprile, durante la prima ondata di contagi. Diventa, come detto, un punto di riferimento per tutta l’Isola. “Abbiamo attivato una seconda terapia intensiva che è pronta ad essere occupata, quindi i pazienti no covid possono andare negli altri presidi ospedalieri”, ha spiegato Sergio Marracini, direttore di Presidio Ospedaliero Unico di Area Omogenea – Assl di Cagliari, “oggi sono 40 i ricoverati con covid,. Sei in terapia intensiva, uno potrebbe arrivare a breve”.
Altri 8 posti sono ancora da occupare, ma il Santissima Trinità è attrezzato per recuperarne altri 8. Si arriverebbe così a 16. Le attività per adesso rimangono tutte in piedi, ma la situazione potrebbe cambiare anche solo in un giorno. “Noi monitoriamo tutti i giorni l’andamento dell’epidemia, e quindi decidiamo quali attività chirurgiche possono essere ancora eseguite”. L’area medica intanto è già chiusa ai soli covid. “I pazienti che hanno bisogno dell’area chirurgica verranno poi trasferiti all’ospedale Marino”.