CAGLIARI. Cova uno scontro fra Regione e il governo sotto la ripresa dei contagi in Sardegna. Lo dice chiaro il presidente della Regione Christian Solinas che risponde alle domande del direttore di Libero Pietro Senaldi. Il tema è ancora l'Isola messa sotto accusa per la circolazione del virus alla fine dell'estate. Il governatore sardista, dopo aver ribadito la sua volontà (bocciata) di introdurre una sorta di passaporto sanitario per gestire gli ingressi dei turisti, ma non solo, spiega cosa, secondo lui, ha bloccato l'iniziativa: "La propaganda della sinistra. Contro di me ci fu una levata di scudi ideologica. Poiché sono stato eletto anche grazie ai voti della Lega, dissero che volevo discriminare, anche se il passaporto sanitario io lo avrei chiesto a tutti, anche ai sardi di ritorno". Ma c'è dell'altro, secondo Solinas: "Poiché il mio modello funzionava per le isole ma era di più complicata attuazione sul continente, il governo si sentì minacciato. C'è una recrudescenza statalista, non viene tollerato che a territori diversi si applichino politiche diverse. I giallorossi hanno la sindrome del controllo totale: vogliono decidere solo loro e si premurano di vanificare le proposte che possono evidenziare l'efficienza delle regioni, soprattutto se di diverso colore politico".
Lo scontro è sul virus, ma anche sulla "cosa pubblica". "Questo governo è contro ogni autonomia", accusa Solinas, "Noi siamo una Regione a Statuto Speciale e non abbiamo mai avuto tante impugnazioni a leggi fatte nelle materie di nostra esclusiva competenza come da quando c'è la maggioranza giallorossa. Dalle regole urbanistiche alle norme sull'organizzazione degli uffici regionali, nessun esecutivo aveva mai sollevato tanti conflitti di competenza come il Conte 2. È una questione di approccio culturale. Il centralismo è il baluardo di M5S e Pd, che non hanno certo la sussidiarietà, e il decentramento e l'autonomia tra i propri valori fondamentali. E forse questo è uno dei loro pochi punti di contatto".