SASSARI. Studenti in protesta a Sassari davanti alla sede dell’Ersu. Questa mattina circa 50 giovani si sono riuniti in un sit-in per rivendicare i loro diritti, perché l’Ersu dall’inizio della “Fase 1” per il coronavirus ha chiuso le mense e limitato gli accessi alle residenze studentesche.
Per questo motivo tanti studenti sono tornati nei propri paesi d’origine, con la speranza di rientrare più avanti. Chi è andato via, però, non ha più il diritto di rientrare, per via del nuovo regolamento anti Covid-19. Chi è rimasto, invece, non può passare la notte fuori dalla casa dello studente e deve rispettare un regolamento molto severo. Non ci si può nemmeno assentare per 24 ore per rientrare nel proprio Comune e vedere la propria famiglia.
Chi non si attiene alle regole viene espulso. Proprio come è successo a Meryem Ouanin, studentessa 23enne marocchina del progetto Formed, che lunedì scorso avrebbe passato la notte a casa di alcune sue amiche. Al suo rientro nella residenza studentesca di via Coppino è stata bloccata ed espulsa perché non ha rispettato le norme anti Covid. Gli studenti dell’Ateneo di Sassari chiedono la riapertura delle residenze per chi ne ha bisogno oppure il rimborso dell’affitto.
“Occorre riaprire le residenze per chi ne ha bisogno”, afferma uno dei ragazzi delle residenze, Giovanni Massaiu, 26 anni. “Le residenze sono state pagate dagli studenti quindi è giusto che se ne possa usufruire. Se non c’è questa possibilità penso sia doveroso un rimborso delle quote detratte per l’alloggio e per la mensa”.
Gli studenti rischiano di non avere una rappresentanza - “L’Università ha prorogato il mio mandato fino al 15 luglio e nonostante ciò l’Ersu ritiene di dover ottenere una nomina da parte del presidente della Giunta regionale. Questo non può che ledere agli studenti perché non possono essere rappresentati”, lamenta Mariangela Pinna, 25enne, rappresentante degli studenti attualmente in carica. Immagini video di Chiara Cassioli.