CAGLIARI. Chi pensava di poter andare già da lunedì a cena nel proprio ristorante preferito di Cagliari si è sbagliato. Si sarà dovuto accontentare di uno snack al bar o del solito cibo d’asporto che molti propongono da qualche settimana. Perché se è vero che dal 18 maggio i ristoratori avrebbero potuto riprendere il lavoro tradizionale, d’altra parte la troppa incertezza sulle regole ha portato quasi tutti i ristoratori cagliaritani a tenere abbassate le serrande. Qualcuno si sta attrezzando, metro alla mano, per ripartire giovedì.
Alberto Melis, Antica Cagliari
“Ci siamo presi due giorni di tempo per capire come sarebbe potuto funzionare, le regole a sentimento non ci piacciono”, ha detto Roberto Cinus, titolare di Crackers. E conti alla mano, con metro e regole, Cinus avrà a disposizione meno della metà dei posti. Da 65, giovedì, giorno della riapertura, passerà a 30 posti a sedere (tra spazio all’aperto e all’interno). Non va meglio per Alberto Melis dell'Antica Cagliari che ha deciso di posticipare la riapertura al 1 di giugno. Anche lui si è scontrato con troppe incertezze e dovrà fare i conti con la perdita di circa 40 coperti su 110. “Non si potrà guadagnare nessun posto all’esterno, si andranno a perdere i posti tenendo conto delle misure restrittive”.
Claudio Ara, Su Tzilleri 'e su Doge
Piani diversi per Claudio Ara, titolare dell’osteria Su Tzilleri 'e Su Doge di via Santa Croce. La serranda del suo locale rimarrà abbassata, non sarebbero tornati i conti: “Impossibile lavorare a queste condizioni, i locali del centro storico sono piccoli e in cucina si lavora braccio a braccio, l’osteria rimarrà chiusa almeno fino alla prossima primavera”. Lui però ripiegherà sul chiosco “Luchia” di viale Buoncammino, chiedendo al comune di poter sfruttare gli spazi all’aperto. “Le interlocuzioni sono già in corso, in questo modo possiamo continuare il nostro lavoro rispettando le regole e sfruttando gli spazi”.
Roberto Cinus, Crackers