CAGLIARI. I pescatori sono liberi, in Sardegna. Possono buttare l'esca ovunque, anche al di fuori del territorio del proprio comune, senza vincoli di orari né nella scelta della costa.
A fare chiarezza sull'ordinanza del 2 maggio del presidente della Regine Christian Solinas è una circolare firmata dal direttore generale dell'assessorato agli Enti locali Umberto Oppus, che scioglie tutti i dubbi interpretativi. Perché se è vero che il provvedimento del presidente di Solinas vieta ancora l'acceso alle spiagge, è altrettanto vero che fa "salve le attività espressamente autorizzate con la presente ordinanza". E tra queste c'è la pesca (oltre alla vela, per stare a hobby e sport legati all'acqua).
La buona notizia per i pescatori di tutta la Sardegna, compresi quelli di Mandas o di Olzai, per citare a caso due di tanti comuni che non hanno sbocchi territoriali a mare, è questa: "L'attività di pesca a fini ricreativi, turistici o sportivi in mare", scrive Oppus, "è consentita nell'intero territorio regionale, senza le limitazioni di spazio e di tempo ordinariamente previste a esclusiva tutela dei bagnanti". Che in questo periodo non ci sono. Perché per loro è vietato l'accesso.
Ovviamente, fanno sapere dall'assessorato, serve un minimo di buonsenso: un carlofortino è meglio che non si faccia trovare a pescare ad Alghero. E, comunque, è sempre meglio portare con sé la dichiarazione di attività di pesca scaricabile dal sito del ministero delle Politiche agricole.