CAGLIARI. “Se Solinas avesse palle davvero sardiste, toglierebbe la delega a questa mula zoppa e venduta ad interessi altri fiori dalla Sardegna, una squallida serva sporco affarista”. È solo una delle minacce e offese rivolte alla Regione e all’assessore al Lavoro Alessandra Zedda nei giorni scorsi: a denunciarle è la stessa Zedda durante una conferenza stampa convocata per fare chiarezza sulla cassa integrazione che ancora non è arrivata nelle tasche di molti sardi messi in ginocchio dall’emergenza economica dovuta alla pandemia.
“Procederemo per vie legali, la Sardegna è stata messa alla gogna e io sono stata attaccata politicamente”. L’assessore regionale, quando parla di “attacco politico”, si riferisce a quanto dichiarato dalla sottosegretaria al Mise Alessandra Todde che dal 23 aprile ha reso pubblici i dati dell’Inps. L'accusa? "Dalla Sardegna non risultano pervenute richieste". La polemica è scoppiata in quel momento. Ma la Zedda non ci sta: “Entro il 15 maggio noi chiuderemo tutte le pratiche, abbiamo lavorato dall’8 aprile, data in cui sono arrivate le prime domande e lo abbiamo fatto con un gruppo che ha utilizzato una procedura certosina che consente all’Inps una lavorazione inferiore”. Quindi, in teoria, più rapida.
Era stato il premier Conte a riferire che i soldi sarebbero arrivati entro il 15 aprile. “Forse il premier lo ha fatto senza cognizione di causa”, ha precisato l’assessore Zedda, “se l’avesse avuto, oggi non verrebbe riportato dai quotidiani che il governo cercherà di porre rimedio ad alcuni di precedenti decreti". La Zedda da subito ha chiarito che esistono delle pesanti incongruenze tra i dati della Regione e quelli dell’Inps: “Non sono coerenti con il lavoro delle Regioni. I flussi hanno dei giorni di differenza come ho detto dall’inizio, è una domanda istruita, controllata, arriva all’Inps anche dopo 48 ore”.
I dati. Ad oggi, dall’8 aprile, sono arrivate in Regione 13.911 domande di cassa integrazione in deroga. E altre sono attese. La Regione ha concluso la lavorazione di 5961 pratiche (ognuna può riguardare più lavoratori per azienda). L’importo previsto è di 22 milioni e 467mila euro.