CAGLIARI. Le difficoltà dettate dall'emergenza coronavirus rendono difficile anche capire se sia necessario essere solidali e generosi oppure no. Nelle ultime ore in Sardegna si sono moltiplicate le raccolte di fondi che dovrebbero essere devoluti ai vari ospedali, da Cagliari a Sassari passando per Olbia. Nessuna - di quelle vagliate - sembra essere una truffa. Ma è certo che non tutte sono state concordate con le autorità sanitarie e rischiano di creare più di qualche problema con la gestione del denaro. Cerchiamo di fare un po' di chiarezza.
CAGLIARI. SANTISSIMA TRINITÀ. È stata la prima a partire, sulla piattaforma Gofundme. Avviata da due ragazze di Sant'Antioco, in meno di 48 ore ha permesso di racimolare oltre 50mila euro. L'Ats è informata dell'iniziativa e ha chiesto alle promotrici di qualificarsi e di tenere l'azienda aggiornata sull'evoluzione dell'iniziativa.
CAGLIARI. BROTZU. In questo caso a organizzare tutto sono stati due studentesse di medicina e uno studente di ingegneria biomedica. Addirittura la raccolta è stata rilanciata dalla pagina Facebook ufficiale dell'ospedale (a questo link). Sarà possibile devolvere il costo di uno aperitivo per una campagna di raccolta fondi destinata all’acquisto di presidi sanitari per l’Azienda Ospedaliera.
SASSARI. AOU. Spiazzati dall'impeto di generosità sono invece i vertici dell'Aou. Che hanno diramato una nota. "La raccolta fondi per il Santissima Annunziata – così come appare sul web su una piattaforma informatizzata – è una iniziativa di privati cittadini, non preventivamente concordata con la Aou di Sassari". Lo rende noto il direttore generale dell'Azienda ospedaliero universitaria, Nicolò Orrù, che commenta così la notizia apparsa già da ieri notte sulla rete."Apprezziamo quanto stanno facendo i cittadini. In considerazione dell'eccezionale momento che sta interessando la nostra comunità e l'Italia intera, tuttavia, invitiamo coloro che volessero fare donazioni a concordare prima le iniziative, formalizzandole con l'azienda stessa. Da una parte per dare garanzie ai donatori sul miglior utilizzo dei fondi – magari anche con il coinvolgimento di associazioni di volontariato e non profit che già collaborano con l'Aou – dall'altra anche per fare in modo che sia l'Aou a indicare le priorità di cui l'Azienda stessa ha necessità".
ATS OLBIA. Di tutt'altro tenore la comunicazione che arriva dall'Assl di Olbia: "La direzione della Assl di Olbia, in seguito a numerose segnalazioni dei cittadini, comunica alla popolazione che non ha autorizzato nessuno a chiedere, per suo conto, contributi di alcun genere. I cittadini sono invitati a segnalare simili anomalie: la Assl di Olbia si riserva di segnalare l’accaduto all’Autorità giudiziaria. Nelle ultime ore diversi cittadini, persone di buona volonta' che in questo modo credevano di aiutare il Sistema sanitario impegnato nella lotta al Coronavirus, hanno segnalato che alcuni individui avrebbero chiesto loro dei soldi da devolvere all'Ente. L'Assl Olbia invita i cittadini a diffidare dai soggetti che, per suo conto, chiedono finanziamenti di qualunque natura". Tuttavia, prosegue la nota, "consapevoli che in questo periodo di difficoltà molti cittadini vorrebbero contribuire al superamento delle criticità, invitiamo coloro che volessero fare donazioni a concordare prima le iniziative, formalizzandole con la stessa Assl, magari attraverso il coinvolgimento di Onlus o associazioni che già collaborano con l’Ente. In questa maniera la raccolta darebbe maggiori garanzie ai donatori e consentirebbe inoltre di utilizzare i fondi per l'acquisto di beni realmente prioritari per la Assl".