CAGLIARI. Quando è successo, ha piovuto poco e male. I risultati già si vedono: restrizioni idriche a macchia di leopardo nelle case, campi a secco. Le conseguenze negative invece, anche se prevedibili, sono ancora da affrontare. È un quadro drammatico quello tracciato dall'ufficio meteo-climatico dell'Arpas (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente), che ha studiato le "Condizioni siccitose registrate in sardegna nel periodo ottobre 2016-giugno 2017". La stagione delle piogge, in teoria. Invece no: "L’analisi evidenzia una scarsità di precipitazioni per tutta la stagione piovosa, principalmente, nella parte occidentale dell’Isola", si legge nella presentazione del dossier, "con effetti negativi sia sui corsi d’acqua sia sulla disponibilità idrica nei suoli. La scarsità di apporti piovosi dalla prima decade di febbraio, che ha interessato l’intero territorio regionale, ha determinato una sensibile riduzione dell’umidità dei suoli e condizioni sfavorevoli alla vegetazione spontanea e alle coltivazioni". Boschi e campagne a secco, quindi. Con una situazione che è andata peggiorando: "Le condizioni di siccità hanno interessato nell’ultimo trimestre (fino a giugno, ndr) anche il versante orientale che nel periodo invernale aveva ricevuto i maggiori apporti idrici".
E se il rapporto (L'INTERO DOSSIER QUI) spinge l'analisi dettagliata fino a giugno, c'è da dire che nei periodi successivi dal cielo non è caduta una goccia d'acqua, o quasi. Favoriti così gli incendi, svuotati i bacini. Previsioni? Buone per chi va al mare, pessime per la tenuta degli equilibri sardi: non sono previste precipitazione almeno per le prossime due settimane.