CAGLIARI. Scatta la mobilitazione in Sardegna contro il caro tariffe per il trasporto delle merci via nave. Blocco a Cagliari, proteste a Porto Torres e Olbia, con i consiglieri regionale di tutti gli schieramenti in banchina per chiede un intervento del governo. Le compagnie hanno scaricato su passeggeri e autotrasportatori i maggiori costi legati alla necessità dell'utilizzo di carburanti meno inquinanti, imposto dall'Unione europea. Una decisione che rischia di mettere in ginocchio l'economia dell'Isola.
Il sit-in davanti al molo Dogane di Cagliari è iniziato alle 8.30 e Alberto Mugnai, portavoce dell’associazione nazionale Trasporto Unito, ha assicurato che "durerà qualche giorno”. E si fa presto a fare i conti. “Io ho un paio di articolati”, ha spiegato Mugnai, “ora spendo circa seicento euro, con i rincari andrò a spenderne ottocento, 1600 euro andata e ritorno”.
Consiglieri regionali schierati in banchina a Porto Torres
“Le tariffe sono alle stelle, non riusciamo più a pagare le navi”, ha spiegato Carmelo Salamone, che dalla Sicilia lavora da circa 25 anni in Sardegna. “Siamo tutti indebitati con la Tirrenia, lavoriamo in tutta Italia ma le tariffe della Sardegna sono le più care”. C’è anche chi, come dipendente di un’azienda che non ha aderito allo sciopero è rimasto bloccato qualche ora. “Attendiamo l’evolversi della situazione, noi siamo dipendenti e dobbiamo lavorare, è un problema perché abbiamo impegni tassativi”.
Tra gli autotrasportatori anche i consiglieri regionali del Partito sardo d’azione Stefano Schirru e Franco Mula. “Occorre aprire immediatamente un tavolo per far discutere tutte le organizzazioni”, ha detto Schirru, “è importante dialogare con l’Europa e con il ministero per trovare delle soluzioni urgenti perché le imprese sarde a causa del costo dei trasporti non possono essere competitive”. “Questa è un’ulteriore mazzata”, ha detto il capogruppo del Psd’Az Mula, “mi sembra ingiusto che debbano pagare i sardi quello che è il contributo ambientale che la Sardegna dovrebbe dare allo stato, è l’ennesima presa in giro di un governo che non è un governo amico”.