CAGLIARI. "Nessuno dei nuraghi è inserito nella campana di sgombero, cioè nell'area delle esercitazioni con munizionamento in cui arrivano i colpi: e poi bisogna capire si tratta di un vero nuraghe". Così il colonnello dell'Esercito Sandro Branca, cinque anni fa, durante un sopralluogo con i giornalisti all'interno del poligono di Capo Teulada. Era appena esploso il caso dei siti archeologici all'interno dell'area militare: alcune foto avevano dimostrato che tra le antiche pietre c'erano del munizionamento usato durante le esercitazioni.
La Difesa aveva smentito tutto. Ma l'inchiesta della Procura di Cagliari per omicidio colposo e disastro ambientale (per la quale è stata chiesta l'archiviazione) ha dimostrato altro. Il Pm Emanuele Secci ha mollato la presa su molti aspetti convogliati nel capo d'accusa perché, si legge nelle carte, sarebbe impossibile dimostrare chi sono i colpevoli. Il danno ambientale, per esempio: è dimostrato, tanto da essere dichiarato irreversibile per alcune aree, ma la gerarchia militare è così complessa e i danni sono andati così a lungo nel tempo - per decenni - che in tribunale sarebbe arduo dare un nome a coloro che sono penalmente responsabili.
Lo stesso vale proprio per i nuraghi. E non solo. "Nel corso dell'attività investigativa svolta tra settembre e dicembre 2014", scrive il magistrato, "è emerso che all'interno dell'aera addestrativa del poligono sono presenti alcuni siti archeologici di epoca nuragica e fenicio-punica". Per questo erano stati incaricati i carabinieri del Nucleo Tutela del patrimonio culturale e Massimo Casagrande, funzionario del ministero dei Beni culturali, "affinché eseguissero accertamenti volti a verificare se tali resti avessero subiti danneggiamenti a seguito dell'esposizione alle attività militari". Il magistrato rimanda alle soluzioni tecniche, allegate alla richiesta di archiviazione. Ma qualcosa è successo. Ed è stato accertato. Perché, come scrive il pm, "le indagini svolte non hanno permesso di collocare nel tempo tali danneggiamenti - verosimilmente assai risalenti nel tempo - e di identificare i responsabili".