CAGLIARI. Con il nuovo anno arriva la stangata con l'aumento delle tariffe per il trasporto merci via mare da e per la Sardegna. I consiglieri regionali della maggioranza di centrodestra sono pronti a passare il Capodanno accampati nelle tende davanti al ministero dei Trasporti.
Dal primo gennaio si pagherà circa 30 per cento in più per ogni collegamento e le spese ricadranno su passeggeri con auto e autotrasportatori. Un esempio pratico: si pagherà dai cinque agli otto euro in più per metro lineare e quindi un passeggero con un'auto di cinque metri pagherà 40 euro in più all’andata e altrettanto in più al ritorno.
Centinaia invece gli euro di maggiorazione per i semirimorchi (uno di 13,6 metri ora paga 320 euro, ne pagherà 470). E tutto questo si ripercuoterà sull’economia sarda, tanto che le aziende di mangimi hanno già comunicato che al quintale la merce costerà circa 2,50 euro in più. Un bagno di sangue annunciato anche per il settore della pastorizia, che certamente non naviga in buone acque.
Tutto a causa di una direttiva dell’Unione Europea datata 2016, ma la politica - né quella nazionale e neanche quella regionale - fino a questo momento si è mossa per cercare di trovare una soluzione.
Oggi in consiglio regionale è stata presentata una mozione (primo firmatario il sardista Giovanni Satta) che chiede alla giunta di avviare tutte le iniziative con il governo nazionale e la commissione europea per scongiurare l’aggravio dei costi (che determinerebbe un isolamento maggiore e un disastro per l’economia).
“La Giunta potrebbe chiedere attraverso il governo nazionale un rinvio anche se ci sembra poco plausibile”, ha spiegato Giovanni Satta, consigliere regionale del Psd’Az, “altrimenti chiedere finanziamenti pubblici per i primi sei mesi per abbattere questi costi, e chiedere alle compagnie navali, sempre con finanziamenti pubblici, di cambiare i loro motori, utilizzando ad esempio gas o gnl. Ma è necessario anche munire i nostri porti di sistemi di approvvigionamento elettrico perché gran parte dell’inquinamento proviene dalle navi ferme in banchina”.
Il problema nasce dal fatto che l’Unione europea richiede una riduzione di presenza di zolfo all’interno dei combustibili utilizzati, e questo comporta un aggravio di costi. I consiglieri di maggioranza si sono detti pronti a passare il Capodanno in tenda davanti al ministero a Roma.
“Tutti abbiamo colpe dal 2016 a oggi”, ha spiegato Satta, “la battaglia quindi avrebbe fatta senza colori sociali perché è un problema di tutti, mi auguro che si trovino una soluzione prima, ma qualora non fosse così sono pronto a mettere le tende davanti al ministero anche sotto Capodanno”.