CAPO FRASCA. “Capo Frasca libero”. Un unico coro intonato da più di tremila persone risuona davanti al poligono. E le bandiere di tutte le associazioni presenti sventolano nel cielo. È iniziata con l’unione di due cortei, diretti verso l’ingresso del poligono, sa Manifestada contra s’ocupatzione militare in Sardegna organizzata a Capo Frasca. Protagoniste tante donne, con in mano i cartelli di protesta, ma anche bambini, ragazzi e ragazze. E a guidare il corteo, insieme a loro, anche due artisti di strada sui trampoli.
A urlare giustizia per i morti di tumore sono migliaia di persone, che chiedono a gran voce lo stop delle esercitazioni militari e le bonifiche di quei luoghi che, per la Sardegna, potrebbero essere invece luoghi ideali di sviluppo. Tra gli striscioni si legge “Poderi al popolo e non alla guerra “, e “La guerra è mer... e i militari vogliono farci credere che la mer...sia buona”. E poi c’è anche chi scrive un messaggio di solidarietà verso il popolo curdo, vittima dell’invasione turca in Siria. Una protesta pacifica che ha raggiunto gli unici momenti di tensione all’ingresso della struttura del poligono: i manifestanti hanno tentato di avvicinarsi e avanzare, bloccati però dal cordone di poliziotti in assetto antisommossa.
Nessun ferito, ma attimi di tensione anche tra gli organizzatori e gli agenti che intimavano di retrocedere, contestati con cori dai manifestanti. A chiudere la giornata antimilitarista una carrellata di interventi sul palco, con la stessa richiesta di fondo: “Togliamo le basi alla guerra”.