CAGLIARI. "Il georadar in zone archeologiche è una grande truffa". Opinione diretta, chiara e difficilmente male interpretabile. Di chi? Ecco, il problema sta qui. Perché queste sono le parole scritte su Facebook attraverso il profilo ufficiale del "Segretariato regionale per il ministero dei Beni culturali in Sardegna". Errore di qualcuno che ha accesso a quella pagina - e quindi ne possiede le credenziali - o posizione ufficiale del ministero?
La risposta ha un peso sostanziale. Perché nel secondo caso il dicastero nella sua declinazione isolana sta accusando di truffa il professor Gaetano Ranieri, già professore Ordinario di Geofisica Applicata della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Cagliari. È lui l'autore dello studio sul sito di Mont'e Prama, portato avanti proprio con il georadar, i cui risultati sono stati resi pubblici nei giorni scorsi: secondo i rilievi di Ranieri sotto terra, in quell'area del Sinis, dove sono stati trovati i Giganti, ci sarebbe una megalopoli di 16 ettari, ancora tutta da scoprire. Con strade e tombe: a rivelarlo, ha spiegato, sono delle "anomalie" rilevate dal georadar che indicherebbero la presenza di strade e edifici. Un'ipotesi, da verificare con gli scavi, che però sono fermi.
E su questo era concentrato il pezzo uscito sulla Nuova Sardegna uscito due giorni fa sul giornale cartaceo e poi rilanciato sulla versione online. Ovvia la condivisione successiva su Facebook. E proprio sulla pagina social del quotidiano sassarese si sbilancia il Mibac. "Grande truffa", dice. Un'opinione destinata a far discutere.
"Il georadar? Una grande truffa": scoperte su Mont'e Prama, l'accusa del Mibac Sardegna
- E.F.
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