CAGLIARI. Si è seduto a tutti i tavoli nei quali nelle ultime settimane si è discusso del prezzo del latte della Sardegna. Dai giorni roventi a quelli delle trattative serrate. Con ministri (Matteo Salvini e Gian Marco Centinaio), con il presidente della Regione Francesco Pigliaru, l'assessore all'Agricoltura Pier Luigi Caria, con gli industriali, con i rappresentanti delle cooperative. Adesso Gianuario Falchi, pastore, tira le somme.
E spiega i risultati raggiunti. Risponde a chi critica. Ricorda come è nata la battaglia e come sono stati raggiunti risultati come quello dei 74 centesimi al litro in acconto. Scrive un lungo messaggio. Che si conclude con un appello alla solidarietà con i pastori denunciati durante le giornate della guerra del latte: "Voglio fare un appello a tutti gli avvocati che ci possono dare supporto gratis: ci sono molti di noi che sono denunciati e potrebbero dare il loro contributo per la nostra causa. A breve faremo una raccolta fondi per le spese processuali. Essere uniti vuol dire anche questo".
Ecco il suo messaggio integrale.
In tutti questi giorni non ho risposto a tutte le provocazioni che ho letto. Molti lo fanno di proposito, molti sono mandati per dividerci e altri non hanno capito niente. Poi ci sono quelli che leggono solo i numeri (0.72...0.74...0.60 ) e quelli che offendono per abitudine e altri ancora. Voglio rispondere con tranquillità, la stessa che mi ha accompagnato in questo percorso.
Quando dal Campidano è partito il tutto mi ha contattato il mio amico di 9 anni di lotte: Nenneddu Sanna. Mi ha convinto a partecipare a questa ribellione, ero un po' scettico conoscendo la gente "dal 2010 ad oggi". Ho pensato: adesso noi partiamo e ci lasciano soli come sempre. Subito dopo sono iniziate le chiamate di amici e sono stati fatti i gruppi su Whatsapp che sono stati fondamentali. Da lì sono partiti i messaggi e ci siamo trovati in 3 punti diversi della Sardegna coi bidoni del latte pronti per essere rovesciati nelle strade (Abbasanta, Macomer e Orune) senza colori di appartenenza.
Già dal primo giorno ho visto l'unione della gente per provare a cambiare il proprio destino: il latte a 0.50 pagato nelle coop, e 0.60 dall'industriale. Per il resto non mi dilungo.
Il mio coinvolgimento e stato totale, ho lasciato tutto per andare a difendere quel litro di latte che penso faccia male a tutti nello stesso modo, chi ne fa 100 chi ne fa 1000. Oggi mettere in dubbio il mio operato quello di Nenneddu Sanna e Andrea Mulas? Mi viene da ridere nel leggere post e commenti. Siamo partiti da 1 € più Iva e lì vogliamo arrivare, ma ci siamo dovuti fermare a 0.74 del costo di produzione: questo dopo uno stallo di 3 tavoli che non portavano a niente e non dava spazio al formaggio di poter dare il segnale positivo al mercato per poter aumentare dai 5.80 che ha in questo momento. Non è certo stata la resa ma il punto di partenza per aprire un tavolo di filiera che coinvolga tutti gli elementi che hanno contribuito al crollo del prezzo dei nostri prodotti: non è certo solo l'industriale ma anche le cooperative e la catena di distribuzione. Penso sia fondamentale per non ricadere nella stessa morsa del prezzo a ribasso dei nostri prodotti e chiedere le quote del romano in capo ai pastori per autoregolamentare le produzioni in modo da non creare esuberi: il prezzo di 0.74 è il massimo che abbiamo potuto ottenere perché le banche legano il credito che danno alle coop al prezzo del romano e comunque è un prezzo in acconto che a novembre verrà conguagliato, sia coop che privato, evitando magari a qualcuno di chiedere caparre .
Quando parlano i delusi voglio ricordare che non si può stare un anno a fare tavoli o a rompere i tavoli, che i risultati si vedono alla fine e non all'inizio. Stiamo cercando di cambiare il sistema, che è marcio, e abbiamo toccato poteri forti: di certo non sarà facile tenergli testa.Voglio chiarire che dentro ai tavoli ci devono stare i pastori perché se oggi stiamo cambiando il sistema e proprio perché oggi il pastore è seduto a quei tavoli. A tutti quelli che pensano che non siamo in grado e che vorrebbero affiancarci o addirittura mandarci l'avvocato, l'agronomo ,il veterinario il commercialista o altro: voglio ricordare che la nostra guerra è contro il sistema e quelli che abbiamo sempre delegato e vorreste delegare ne fanno parte. Chi vuole dividerci è proprio questo sistema.
Aggiungo che con noi ci sono tanti bravi agronomi ,avvocati, commercialisti che sono anche pastori e non si vogliono esporre: li voglio anche ringraziare.
Comunque non sarà un percorso breve ma sono sicuro che alla fine ne sarà valsa la pena: le critiche lasciatele alla fine. Oggi cerchiamo di stare uniti e forti come lo siamo stati fino a ora.
Voglio fare un appello a tutti gli avvocati che ci possono dare supporto gratis: ci sono molti di noi che sono denunciati e potrebbero dare il loro contributo per la nostra causa. A breve faremo una raccolta fondi per le spese processuali. Essere uniti vuol dire anche questo.
Falchi: "Unità per pagare le spese processuali ai pastori denunciati"
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