CAGLIARI. Non piace ai professionisti del settore, e ci può stare. Finisce sotto accusa da parte dell'opposizione con Ugo Cappellacci di Forza Italia che la definisce “un tentacolo politico che strangola le libere professioni”, e questo è prevedibile. Ha incassato le critiche del candidato del centrosinistra per Villa Devoto Massimo Zedda che si è detto molto critico, e questo è un dato politico importante (qui la notizia).
Ma la “Opere e Infrastrutture della Sardegna S.r.l.”, la nuova società della Regione voluta "per accelerare i tempi di progettazione e realizzazione delle opere ritenute strategiche" trova la disapprovazione totale anche di un assessore regionale: la critica feroce alla società arriva da Cristiano Erriu, che siede sulle poltrone della stessa Giunta che l'ha ideata. "Se la Regione si ostina a voler occupare spazi operativi in attività di progettazione, direzione e gestione di opere di grande o piccola importanza invade spazi di mercato che devono essere lasciati liberi", attacca Erriu, in totale disaccordo con il collega della Giunta Edoardo Balrzarini, delegato ai Lavori pubblici e promotore di quella che viene definita l'Anas sarda.
Questo il pensiero di Erriu: "Voglio dare pubblicamente atto alla rete delle professioni tecniche di aver sempre collaborato in modo attivo e partecipe a tutte le iniziative che hanno mirato a migliorare il rapporto tra pubblica amministrazione e l’enorme patrimonio di competenze specialistiche offerto dal mondo delle professioni.
Per convinzione e cultura personale ho sempre considerato importantissimo coltivare un rapporto sano, corretto e trasparente tra Regione/Enti Locali e il mondo delle professioni. Penso che ció è in grado di liberare energie positive di creatività e di lavoro da cui la pubblica amministrazione può trarre solo vantaggi.
Se la regione si ostina a voler occupare spazi operativi in attività di progettazione, direzione e gestione di opere di grande o piccola importanza invade spazi di mercato che devono essere lasciati liberi. Peraltro, se lo fa, corre il rischio di una estrema difficoltà (se non impossibilità) nella gestione di servizi che, ad oggi, il sistema delle professioni ha dimostrato di essere in grado di fare con un elevato livello di competenza nonché con una flessibilità che io non penso possa essere propria di una piccola struttura di proprietà o derivazione pubblica. Su questo punto sono e resto profondamente pragmatico e liberale. E coerentemente ho sempre mosso e muovo le mie scelte politiche e amministrative".Durissima anche la presa di posizione delle Rete delle professioni tecniche. Ecco il comunicato.
Il disappunto è grande per tutti gli ordini e i collegi che rappresento – dice la presidente della Rete delle Professioni Tecniche della Sardegna Patrizia Sini –. In questi mesi abbiamo sottoposto all’amministrazione regionale le nostre considerazioni sulla società di progettazione pubblica, suggerendo finalità differenti ed efficaci per un tale organo. Invece, ora ci troviamo di fronte ad una previsione che non ha recepito nessuna nostra proposta. In questo momento di grande crisi per tutti i liberi professionisti, questa scelta ha gli unici risultati di diminuire le opportunità di lavoro e di andare a discapito della qualità delle opere pubbliche”.
La Rete, che rappresenta circa quindicimila professionisti tra Ingegneri, Architetti Paesaggisti e Pianificatori, Agronomi e Forestali,Geometri, Chimici, Periti Industriali e Agrari, sottolinea che se a livello globale, per garantire una maggiore qualità dell’opera, ci si muove sempre più verso una progettazione integrata fatta in concerto da una serie di professionalità differenti e complementari, con la delibera di ieri la Regione Sardegna ha deciso di puntare la prua in direzione opposta.
Società per le opere pubbliche, clima pesante in Regione: assessore contro la Giunta
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