CAGLIARI. Due su tre hanno detto "no grazie". Il giornalista e scrittore Francesco Abate e il medico Luchino Chessa (figlio del comandante della Moby Prince) erano due dei tre nomi provenienti dalla società civile sui quali la coalizione di centrosinistra sembrava voler puntare per la candidatura alle elezioni suppletive del 20 gennaio per rimpiazzare alla Camera il dimissionario Andrea Mura, cacciato dal Movimento 5 Stelle e dimesso. Il terzo nome è quello di Angela Quaquero, non certo nuova alla politica: psicologa, è stata presidente della Provincia di Cagliari e per conto della Giunta regionale di Francesco Pigliaru si è occupata della gestione dei flussi migratori in Sardegna.
Il tavolo del centrosinistra si è riunito ieri, senza chiudere alcun accordo, nella sede della Fondazione Berlinguer. C'erano per il Pd il segretario Emanuele Cani con Sebastiano Mazzone e Francesco Lilliu; Eugenio Lai e Yuri Marcialis per Art 1 Mdp; Anna Maria Busia per il Centro Democratico; Riccardo Lo Monaco per +Europa; Michele Piras per Rete Futura; Andrea Zucca per Sinistra italiana; Raimondo Perra per il Psi; Pierfranco Zanchetta e Antonio Gaia per l'Upc; Thomas Castangia per Possibile; Maurizio Sirca per Italia in Comune (il movimento fondato dal sindaco di Parma Federico Pizzarotti). Tutti sosterranno Massimo Zedda alle regionali.
Subito però è arrivato il no di Abate: "Ringrazio chi ha pensato a me per questo ruolo, ringrazio per avermi dato nelle scorse settimane la possibilità di riflettere su chi sono veramente, su cosa voglio profondamente e quale penso sia il mio ruolo. Sino a oggi ho seguito una strada di impegno civile e sociale facendo piccoli gesti, alla mia maniera. E credo che questa sia la via che devo continuare a perseguire. Scrittore, giornalista, volontario al servizio di chi, come me, ha avuto la vita marcata dalla malattia. Nulla di più. Nulla di meno". Un post su Facebook chiuso con un grazie.
Luchino Chessa in un primo momento si era detto disponibile, se la scelta fosse ricaduta su di lui. Poi, stamattina, il ripensamento: "Dopo una notte tormentata ho preso la decisione di tirarmi fuori. Mi ha fatto moltissimo piacere che alcune persone che mi stimano abbiamo fatto il mio nome e da ieri non faccio altro che ricevere messaggi di incoraggiamento e di stima......ma come ho già scritto e detto sono una persona normale che ha fatto della sua vita una battaglia per la giustizia, insieme a tanti altri familiari delle vittime del Moby Prince. Non sono un politico, ma seguo il movimento del centro sinistra e mi ha fatto piacere che si stia coagulando intorno a Massimo Zedda e a tante altre persone che si dedicano molto più di me alla politica come Margherita Zurru, tutte persone speciali. L'idea di mandare il parlamento person ever della società civile e' ottima, e' un modo per cambiare, ma in questo momento dovrei lasciare il mio lavoro, che pur con tutte le problematiche di carenze a vari livelli mi piace tantissimo. Mi piace il rapporto con la gente, con i miei pazienti, mi piace insegnare ai miei studenti, mi piace fare ricerca e a 59 anni sono ancora curioso e mi entusiasmo ancora quando facciamo progetti e scopriamo il perché nascono certe malattie e come si curano. Ma infine l'aspetto più' importante che dovrei trascurare e' la famiglia, una moglie speciale, un medico speciale che lavora tantissimo, anche lei in mezzo a carenze di ogni tipo, e i miei bimbi, Matteo di 9 anni e Giulia di 7 anni, che hanno bisogno del loro papà. E io ci devo essere. Grazie a tutti".
La decisione deve arrivare entro lunedì.
Suppletive a Cagliari, Abate e Chessa al centrosinistra: "Grazie, ma non ci candidiamo"
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